La Compagnia del Cigno ha conquistato il pubblico di Rai 1. Ma non proprio tutti. La fiction di Ivan Cotroneo infatti, nonostante il picco dei 5 milioni e 383mila spettatori e uno share del 22 % che le ha fatto conquistare, nella seconda puntata trasmessa martedì, il prime time, non convince i professionisti del settore.
Ad attaccare La Compagnia del Cigno, il conservatorio di Padova che ha criticato aspramente i primi due appuntamenti della fiction ricusando anche un spreco di denaro pubblico.
In un post Facebook del conservatorio “Cesare Pollini” di Padova si legge:
Il Conservatorio di Padova prende opportunamente distanza dal Film “La Compagnia del Cigno” trasmesso dalla Radio Televisione Italiana a partire dal 7 gennaio 2019. Si tratta di una mediocre parodia, di una caricatura di ciò che è la reale vita degli studenti e dei docenti nei Conservatori di Musica. Si ritiene, inoltre, che il Servizio Pubblico non dovrebbe spendere soldi pubblici per diffondere false credenze, autentiche contraffazioni della realtà, stereotipi del tutto irreali riguardanti le figure degli studenti e dei docenti di musica. Il denaro pubblico utilizzato per produrre e trasmettere un telefilm così completamente inadeguato sarebbe stato meglio impiegato per mettere in sicurezza le numerosissime sedi fuori norma, se non pericolanti, dei Conservatori del nostro Paese.
Ma a fare da contraltare alle critiche, i commenti positivi del pubblico di Amatrice da cui proviene uno dei protagonisti della fiction. La Compagnia del Cigno si apre con l’arrivo di Matteo, un ragazzo di Amatrice che, dopo aver perso la madre (Giovanna Mezzogiorno) durante il terremoto, decide di trasferirsi a Milano per continuare a studiare il violino.
Il dolore della tragedia, che fa da sfondo a tutta la fiction, diventa tangibile attraverso il racconto di Matteo. Scelta di cui sono grati gli abitanti di Amatrice che hanno ringraziato Cotroneo “aver scelto il nostro dolore e le nostre radici”.
Ivan Cotroneo, a sua volta, ha spiegato le sue motivazioni in un’intervista a Radio Amatrice. “Abbiamo scelto di raccontare Amatrice – ha detto – affinché quello che vi è successo non fosse dimenticato. Matteo porta con sé il dolore per quanto accaduto, ma anche la gioia delle sue radici e, come tutte le persone legate alle proprie radici, Matteo tornerà, e non tornerà da solo”.
Foto da Facebook