Accumulare mail, foto, file e documenti che non servono più è un disturbo compulsivo. Lo rivela uno studio condotto alla
Monash University e presentato all’International Conference on Information Systems di San Francisco.
Secondo i ricercatori, il cosiddetto ‘digital hoarding’ può essere considerata una vera malattia assimilabile a quella di cui sono affetti gli accumulatori ossessivo-compulsivi.
La ricerca è stata condotta su 850 partecipanti a cui sono stati sottoposti dei questionari simili a quelli usati per diagnosticare gli accumulatori compulsivi studiati per calcolare il livello di stress provocato dal pensiero di dover cancellare dei contenuti.
Dall’analisi è emerso che dover cancellare file digitali provoca lo stesso stress personale che attanaglia chi deve mettere via gli oggetti. Il problema è molto diffuso soprattutto tra le donne di età compresa tra i 20 e i 30 anni che sembrano accusare maggiori difficoltà nel cancellare materiale digitale inutilizzato.
A giustificare chi soffre di questo disturbo non vi è neanche lo spazio a disposizione a differenza dell’accumulo seriale ‘reale’. Il livello di stress verificato non è stato infatti collegato alla quantità di memoria a disposizione delle persone.
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