Le scottanti discussioni interne sul tema migranti non sono le sole a mettere a rischio la tenuta della maggioranza di governo. Nelle scorse ore è infatti scoppiato il “caso trivelle” dopo la presunta proroga del Ministero per lo sviluppo economico di una concessione ad Agip ed Eni per il lavoro di ricerca di idrocarburi nel mar Adriatico, di fronte alle coste dell’Emilia Romagna, e sarebbe pronto a autorizzare altri 4 permessi nel mar Ionio, per gli impianti situati in Puglia e Calabria.
Una voce che ha fatto letteralmente infuriare il ministro dell’ambiente, Sergio Costa: “Da quando sono ministro non ho mai firmato autorizzazioni a trivellare il nostro paese e i nostri mari e mai lo farò”. I cittadini e gli ambientalisti del comitato “No Triv” alzano la voce contro il M5S: “Tutto quello che avevamo contestato ai precedenti governi viene attuato da quello attuale”. E il motivo è di facile intuizione, visto che la questione ambientale è sempre stata in cima alla lista di priorità del M5S.
E il Governo accenna quindi a un’improvvisa retromarcia: “Si tratta di permessi dati dal precedente governo sui quali manca ancora il via libera della commissione tecnica”, spiega il ministero dell’Ambiente. Costa annuncia quindi un’iniziativa, d’accordo con il Mise, per inserire nel decreto Semplificazioni una norma per lo stop a 40 permessi di trivellazione.
Caos trivelle, la posizione di Di Maio
E non si sono fatte attendere le vibranti smentite del vicepremier Di Maio: “Tante bugie, le ricerche di idrocarburi (che non sono trivellazioni) erano state autorizzate dal Governo precedente. Ho scelto il Ministero dello Sviluppo economico anche perché sapevo che da queste parti passano le autorizzazioni a trivellare il nostro territorio e i nostri mari. In questi otto mesi abbiamo già fermato tante nuove richieste e presto avrete un piano clima ed energia in Italia che proietterà l’Italia verso il 100% di energie rinnovabili – ha scritto su Facebook -. Oggi mi si accusa di aver autorizzato trivelle nel mar Ionio. È una bugia. Queste ‘ricerche di idrocarburi’ (che non sono trivellazioni) erano state autorizzate dal Governo precedente e dal Ministro Galletti che aveva dato una Valutazione di Impatto Ambientale favorevole. A dicembre, un funzionario del mio ministero ha semplicemente sancito quello che aveva deciso il vecchio Governo. Non poteva fare altrimenti, perché altrimenti avrebbe commesso un reato. Quando il Pd ha dato l’ignobile parere favorevole un anno e mezzo fa, nessun giornale aveva messo la notizia in prima pagina”.
“Ho letto che il Governatore della Puglia intende impugnare queste autorizzazioni. Sono contento – ha aggiunto Di Maio -, non chiedo altro, spero che un giudice blocchi quello che da qui non potevamo bloccare senza commettere un reato a carico del dirigente che doveva apporre la firma. Ma non sarà “un ricorso contro Di Maio”, bensì sarà un ricorso di un governatore del Pd contro una autorizzazione rilasciata dal Pd. Nulla di nuovo direte voi! Di certo continueremo a parlare con i cittadini e infatti il Ministro Costa e il Sottosegretario Crippa incontreranno le associazioni che si oppongono alle trivellazioni. Noi siamo dalla loro parte. Presto (ci stiamo lavorando da 8 mesi e ci siamo quasi) porteremo in parlamento una norma che dichiara l’Air gun una pratica illegale e che renda sconveniente trivellare in mare e a terra. Fino ad allora faremo il possibile per bloccare le trivellazioni volute dal Pd, ovviamente senza infrangere la legge. Non mi risparmierò. Ce la metto tutta, come sempre!”.