“Malta faccia sbarcare subito donne e bambini da quelle imbarcazioni e li mandi in Italia. Li accoglieremo. Siamo pronti ancora una volta a dare, come sempre, una lezione di umanità all’Europa intera”. È un appello che sa di timido cambio di rotta quello indirizzato dal vicepremier Luigi Di Maio alle autorità maltesi sull’emergenza delle due navi delle Ong Sea Watch e Sea Eye.
Il leader del M5S attacca quindi l’Europa: “Così non va, la cambieremo con le prossime elezioni europee. Ma i bambini non possono pagare il prezzo di un’Europa che si gira dall’altra parte per non vedere”.
E la replica del ministro degli Interni di Malta, Michael Farrugia, non si è fatta attendere: “Piuttosto che fare tali dichiarazioni contro Malta e la solidarietà europea, l’Italia dovrebbe partecipare al ricollocamento dei migranti attualmente in corso. Il governo di Malta raccomanda al vicepremier italiano di valutare questi fatti prima di fare dichiarazioni pubbliche ed evitare di farne di simili in futuro”.
E se Di Maio da un lato sembra aprire uno spiraglio di riflessione sulle politiche di accoglienza, dall’altro c’è Salvini che tira dritto: “Una nave tedesca e una nave olandese, in acque maltesi. Ma ad accogliere dovrebbe essere ancora una volta l’Italia. La nostra Italia che ha già accolto quasi un milione di persone negli ultimi anni, dove più di un milione di bambini vive in condizioni di povertà assoluta. Il traffico di esseri umani va fermato: chi scappa dalla guerra arriva in Italia in aereo, come già fanno in tanti, non con i barconi. Possiamo inviare a bordo medicine, cibo e vestiti, ma basta ricatti. Meno partenze, meno morti. Io non cambio idea”.
Intanto, una nota dell’Alleanza United4Med spiega: “Sea Watch e Mediterranea sono partite questa mattina con due imbarcazioni da Malta per andare a portare sostegno alla Sea Watch 3 che ormai da 14 giorni attende l’assegnazione di un porto sicuro per le 32 persone, donne, uomini e bambini, salvate nel Mediterraneo centrale il 22 dicembre”.
La missione “ha tra i suoi scopi quello di portare supporto logistico e materiale alla nave”, “permettere ai parlamentari tedeschi di rendersi conto della situazione a bordo” e “spingere gli Stati europei, a cominciare da Malta e dall’Italia, a dare un porto sicuro, come il diritto del mare prevede, alle 49 persone soccorse dalla Sea Watch 3 e dalla Professor Albrecht di Sea Eye. Chiediamo ai sindaci delle città d’Europa – conclude il comunicato -, alle realtà associative, ad ogni singola persona che crede in un futuro di giustizia e umanità di sostenere queste richieste e continuare a navigare insieme a noi”.