Con una nota inviata al capo area dell’ufficio anagrafe, il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, ha dato disposizione di non applicare nella sua città le misure interne al “decreto sicurezza“, fortemente voluto dal vicepremier Matteo Salvini, riguardanti le norme che negano la possibilità di concedere la residenza a chi ha un permesso di soggiorno.
Palermo, il sindaco Orlando sospende le misure del decreto Salvini
“Impartisco – scrive il sindaco Orlando – la disposizione di sospendere, per gli stranieri eventualmente coinvolti dalla controversa applicazione della legge, qualunque procedura che possa intaccare i diritti fondamentali della persona con particolare, ma non esclusivo, riferimento alle procedure di iscrizione della residenza anagrafica”.
Secondo quanto riportato all’articolo 13 della legge 132, i Comuni non potranno più rilasciare la carta di identità e concedere l’accesso a determinati servizi a coloro che hanno un permesso di soggiorno. Secondo la legge, infatti, il permesso di soggiorno rilasciato al richiedente asilo costituisce un documento di riconoscimento, ma non basterà più per iscriversi all’anagrafe e quindi avere la residenza.
Iscrizione al Servizio sanitario nazionale o a centri per l’impiego saranno negati anche a fronte di un permesso di soggiorno. In mancanza di una residenza, tali servizi saranno assicurati solo nel luogo di domicilio, come un Centro di accoglienza straordinaria o un Centro permanente per il rimpatrio.
Pronta la risposta del ministro dell’Interno. “Con tutti i problemi che ci sono a Palermo – scrive Salvini su Twitter -, il sindaco sinistro pensa a fare “disobbedienza” sugli immigrati”. E rincara: “Sarò presto a Palermo per consegnare ai cittadini una villa vista mare confiscata a un mafioso. Spero che nel frattempo il sindaco trovi il tempo di occuparsi dei tanti problemi della sua città, invece di disobbedire alle leggi sull’immigrazione approvate dal Parlamento”.
Anche il sindaco di Pozzallo, Roberto Ammatuna, è dalla parte di Orlando:” Lo scontro tra le istituzioni non serve. Viviamo un brutto clima, è necessario dialogare e abbassare i toni”.
“D’accordo” con Leoluca Orlando, riguardo alla direttiva impartita agli uffici comunali per la sospensiva dell’applicazione del ‘decreto sicurezza’ nella parte sui migranti, è il sindaco sospeso di Riace, Domenico Lucano, secondo il quale “bisogna disobbedire perché è un decreto contro i diritti umani e la dignità degli esseri umani – dice all’Adnkronos – Non è una novità: io l’ho già fatto e mi trovo in queste condizioni” conclude riferendosi all’inchiesta che lo coinvolge.
”Mi sento vicino al sindaco Orlando, al suo impegno contro l’odio e capisco la sua fatica per porre rimedio a norme confuse scritte solo per l’ossessione di fare propaganda e che spesso producono caos, più diffidenza e insicurezza per tutti – scrive in una nota il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti – Tutto sulle spalle dei territori e degli amministratori locali. Dall’odio non sono mai nati la sicurezza e il benessere per le persone, ma solo macerie per i furbi e i più forti”.