“L’uomo è diventato avido e vorace. Avere, riempirsi di cose pare a tanti il senso della vita. Un’insaziabile ingordigia attraversa la storia umana, fino ai paradossi di oggi, quando pochi banchettano lautamente e troppi non hanno pane per vivere”. Così Papa Francesco nell’omelia della messa della Notte di Natale che ha aperto le celebrazioni natalizie in Vaticano. “Betlemme è la svolta per cambiare il corso della storia”, ha aggiunto il pontefice.
“La strada, anche oggi, è in salita: va superata la vetta dell’egoismo, non bisogna scivolare nei burroni della mondanità e del consumismo. Voglio arrivare a Betlemme, Signore, perché è lì che mi attendi. E accorgermi che Tu, deposto in una mangiatoia, sei il pane della mia vita. Ho bisogno della fragranza tenera del tuo amore per essere, a mia volta, pane spezzato per il mondo”.
Natale, l’omelia di Papa Francesco
Bisogna condividere con chi è più in difficoltà: “Spezzo il mio pane con chi ne è privo?”, ha chiesto. Poi il pontefice ha esortato a vivere in “attesa”, non nella pretesa, e a non aspettare Dio “sul divano”, come “chi si sente arrivato e non ha bisogno di nulla”. Solo andando incontro a Dio e agli altri si potrà cogliere l’essenza del messaggio di Natale.
Il Santo Padre ha poi salutato a sorpresa gli uomini e le donne dell’esercito italiano. L’invito è a guardare a chi è nella necessità e non ai bagliori delle chiese. Perché oggi, come allora fu per Gesù, c’è chi è rifiutato, come coloro che sono “stipati nei barconi”, ha detto monsignor Antonio Giuseppe Caiazzo.
Il Segretario di Stato Vaticano, il card. Pietro Parolin, ha celebrato la messa a Baghdad e nei prossimi giorni si recherà anche ad Erbil e nella Piana di Ninive dove stanno rientrando i cristiani cacciati dall’Isis. Il Patriarcato caldeo si augura che la visita di Parolin possa essere tra l’altro “una premessa” ad un possibile viaggio di Papa Francesco in Iraq.