Sono sette le richieste di rinvio a giudizio dalla Procura di Roma, per il caso Consip: figurano l’ex ministro dello Sport ed ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio nel governo Renzi, Luca Lotti, e l’ex comandante generale dell’Arma dei Carabinieri Tullio Del Sette. Lotti è accusato di favoreggiamento perché avrebbe rivelato all’ad della società di appalti pubblici Luigi Marroni di una indagine in corso.
Sempre per favoreggiamento è imputato anche il generale Emanuele Saltalamacchia, comandante regionale dei carabinieri in Toscana all’epoca dei fatti, fine 2016. Per Del Sette l’accusa è di rivelazione di segreto d’ufficio: secondo la Procura avrebbe riferito all’ex presidente di Consip, Luigi Ferrara, informazioni su un’indagine che riguardava l’imprenditore Alfredo Romeo.
A rischiare il processo sono inoltre, l’imprenditore Carlo Russo, Filippo Vannoni, l’ex maggiore del Noe Gian Paolo Scafarto, accusato di violazione di segreto e falso in atto pubblico, e l’ex colonnello dell’Arma Alessandro Sessa.
Insieme al colonnello Sessa, Scafarto è accusato anche di depistaggio per avere manomesso il telefonino di Sessa nel tentativo di eliminare le conversazioni su WhatsApp. Nei confronti di Tiziano Renzi la procura capitolina infine ha chiesto l’archiviazione, come si è appreso il giorno della chiusura dell’indagine, lo scorso 29 ottobre.
“Due anni fa, quando sono iniziate le indagini per il cosiddetto ‘caso Consip’, mi sono stati contestati il reato di rivelazione del segreto d’ufficio e il reato di favoreggiamento che avrei commesso in favore dell’ex ad di Consip Luigi Marroni – ha scritto su Facebook Luca Lotti – Oggi prendo atto con soddisfazione che la Procura della Repubblica ha chiesto l’archiviazione per uno dei due reati, ossia la rivelazione del segreto d’ufficio”.