Sarà il tanto atteso momento verità, quello di stasera per Theresa May, da tempo in difficoltà nelle trattative su Brexit. I parlamentari conservatori ribelli, gli hard brexiters, hanno raggiunto il numero necessario di voti per attivare il cosiddetto no confidence vote, una mozione di sfiducia al primo ministro del Regno Unito.
Lo ha annunciato l’esponente conservatore Graham Brady, presidente del Comitato 1922, l’organismo interno preposto nel caso a convocare il voto, al quale sono state consegnate almeno 48 lettere in cui si chiede la calendarizzazione del voto di sfiducia.
“La soglia richiesta del 15% dei deputati per la richiesta di un voto di sfiducia per il leader conservatore è stata superata” ha detto nel suo comunicato, Brady.
La votazione avverrà stasera, tra le 18 e le 20, il risultato sarà annunciato “immediatamente”. La May avrà bisogno dei voti di almeno 158 dei 315 deputati tories per rimanere alla guida del partito. In caso contrario, cioè se non dovesse raggiungere la maggioranza, sarebbe sfiduciata, perderebbe la leadership del partito e del paese, dovendo dimettersi da primo ministro. In questo caso si eleggerebbe un nuovo leader del Partito e quindi nuovo premier dal momento che i Tories sono il primo partito ai Comuni.
Secondo i media britannici, la premier potrebbe decidere di dimettersi anche se il numero di voti sfavorevoli fosse “abbastanza significativo nei numeri” e quindi vicino comunque ad una sfiducia.
Intanto non si è fatta attendere la reazione della premier:”Mi opporrò a quel voto con tutto quello che ho” ha detto oggi la premier britannica Theresa May commentando il voto su una mozione di sfiducia richiesto da suoi compagni di partito. La premier ha aggiunto che “un cambio di leadership nel Partito Conservatore adesso” avrebbe conseguenze sull’accordo sulla Brexit, che “un nuovo leader non avrebbe tempo di rinegoziare”, e “metterebbe a rischio il futuro del nostro Paese causando un’incertezza che non siamo in grado di sostenere”.