“Non andrò a Bruxelles con il libro dei sogni ma con lo spettro completo del progetto riformatore del governo: mi confronterò sui numeri consapevole che la manovra risponde a esigenze del Paese ma entro i vincoli europei”. Lo ha detto il presidente del Consiglio Giuseppe Conte nel corso delle comunicazioni alla Camera in vista del Consiglio Ue e dell’Eurosummit del 13 e 14 dicembre. Il premier riferirà alle 15,30 al Senato.
Conte: “Non andrò a Bruxelles con il libro dei sogni”
“Siamo nel mezzo di un confronto serrato – ha continuato il premier – che confidiamo leale e paritario, nell’auspicio che si possa trovare punto di equilibrio e convergenza. Resto fiducioso del buon esito” della trattativa con la Comunità europea perché “in gioco in questo momento c’è molto di più dei saldi finali ma l’idea stessa di rappresentanza politica, il senso del nostro ruolo e della nostra missione”.
“Occorre superare un rigorismo miope che pretende di combattere un’instabilità con misure che finiscono per favorirla. L’Europa deve perseguire un rapporto equilibrato tra riduzione e condivisione del rischio”, spiega il premier Conte. “Al Consiglio europeo si dovrà tenere in considerazione l’orizzonte politico di un’Europa in rapida evoluzione, dove è sempre più chiara esigenza dei cittadini di poter contare su istituzioni sempre più attente all’equità. Per questo puntiamo a una Europa più equa e più sicura“.
“Quanto al completamento dell’unione bancaria“, aggiunge il presidente del Consiglio, l’Italia auspica una “riduzione del rischio finalmente accompagnata dalla mutualizzazione dello stesso. Comprendiamo, se ritenuto ineludibile, un differente timing” ma “un nuovo rinvio delle decisioni sullo schema assicurativo sui depositi è un segnale di un’Europa che si fa condizionare dai mercati piuttosto di tentare di indirizzarli”.
Centrale nel discorso di Giuseppe Conte anche la questione migranti. “Il Consiglio dovrà esaminare passi concreti in merito a quanto deciso alla riunione di giugno – ha detto il premier -: chiedo ai partner europei una gestione della migrazione veramente europea. L’onere degli sbarchi non può gravare solo sui Paesi d’arrivo”. E ancora: “Occorre avere un coordinamento europeo: sui salvati in mare serve sforzo congiunto, quindi una reale redistribuzione in cui i Paesi si facciano carico di sforzo condiviso, non lasciando soli i Paesi d’arrivo. Terzo punto, sui rimpatri dei salvati in mare dai Paesi d’origine, serve una europeizzazione dei rimpatri”.