Momenti di fortissima tensione alla Camera dei Comuni quando Jeremy Corbin, leader dei laburisti, si rivolge alla premier May dicendole che “ se non è in grado di fare il suo lavoro, lo lasci fare a chi ne è capace”. Il riferimento alla negoziazione riguardo alla intesa su Brexit con l’UE ha scosso la Camera che ha ha coronato il dibattito con fischi e schiamazzi contro la premier.
La premier ha scelto allora di rinviare il voto sulla Brexit, in agenda per domani alla Camera dei Comuni ammettendo che “se il voto fosse andato avanti, sarebbe stato bocciato con un ampio margine. Quindi il voto sarà rinviato”.
La May intende ritornare a Bruxelles il 13 dicembre, per discutere con i leader europei e la commissione alcuni cambiamenti all’intesa: nuove garanzie insomma che pare proprio nessuno voglia più concederle. E’ molto probabile che la May torni da Bruxelles a mani vuote.
Infatti il presidente del consiglio europeo Donald Tusk ha deciso di convocare un consiglio europeo sulla Brexit ” a 27 ” giovedì 12 dicembre, un giorno prima che la May giungesse a Bruxelles, dichiarando che “Non rinegozieremo l’accordo, ed in particolare il backstop.”
La commissione a 27 dovrà preparare anche una previsione di massima per uno scenario di “mancata intesa”.
Intanto la sterlina tocca un nuovo minimo nei confronti del dollaro, perdendo due centesimi e fermandosi a quota 1,25, e scivola anche rispetto all’euro perdendo l’ 1,4% del proprio valore attestandosi a quota 1,1. Il Dow Jones ha perso in apertura 500 punti: non si verificava da tempo immemorabile.
Il premier irlandese, Leo Varadkar, esclude la possibilità di rinegoziare l’intesa su Brexit raggiunta tra l’Ue e la premier britannica Theresa May. “Non è possibile rivedere il backstop e se siamo a questo punto è perché la Gran Bretagna ha voluto lasciare l’Ue e nella lunga contrattazioni ci sono state diverse concessioni da parte nostra e tante linee rosse stabilite da Londra”.
Il piano May pare avere cosi il destino segnato e il caos in Regno Unito continua a dividere politica e società in una frantumazione che ha origine fin dal 2016, causata da una scelta referendaria, quella della Brexit, che ad oggi sembra essere stata nefasta.