Una biografia che svela le verità nascoste da John Lennon e Yoko Ono. Un incontro per nulla casuale, una presenza invadente e costante è la Yoko Ono descritta dal giornalista e sceneggiatore Ray Connolly amico di Lennon. “Being John Lennon: A Restless Life”, in uscita in concomitanza con il 38° anniversario della morte del cantante dei Beatles, getta ombre sul rapporto quasi morboso con Yoko Ono, la “strana piccola donna giapponese vestita con la sua divisa nera da intellettuale” che lo irretì.
Connolly racconta che Yoko Ono organizzò, nel 1966, il suo incontro con Lennon in un museo durante la presentazione di una sua mostra per la quale era alla ricerca di finanziamenti e sponsor, fondi che i Beatles, sull’onda del successo avrebbero potuto garantirle. “Fin dall’inizio della sua carriera – scrive il giornalista -, Yoko Ono aveva capito il potere del networking e in particolar modo dell’auto-promozione”. Da quel momento Yoko Ono iniziò a seguire ovunque John Lennon, scrivendogli lettere e facendogli leggere le sue poesie. Lennon ne fu abbagliato, quasi plagiato, lasciando moglie e figlio.
La Apple Records la mal sopportava e la zia di John Lennon, l’aveva soprannominata “il nano avvelenato”. Intanto il rapporto tra John e Paul McCartney si incrinava come la relazione con Yoko Ono. L’unica soluzione, secondo Yoko, fu quella di regalare a John un’amante di 22 anni, May Pang, un ragazza cinese che aveva lavorato per la coppia. Yoko Ono quindi assunse il controllo delle finanze di Lennon che smise di scrivere vivendo nella sua ombra.