Sei persone di etnia Rom sono state fermate dalla polizia in quanto ritenute responsabili di aver fatto prostituire e ridotto in schiavitù tre ragazze minorenni. Le persone fermate risiedono in un campo nomadi di Foggia. Una di loro è rimasta incinta e i malviventi volevano vendere il nascituro per 28.000 euro.
Foggia, facevano prostituire minorenni: 6 fermi
Le ragazze, prive di documenti, vivevano segregate nelle baracche del campo, dove erano controllate 24 ore al giorno dai carcerieri e picchiate continuamente. Quando si spostavano per raggiungere le strade dove venivano accompagnate in auto, venivano fornite di preservativi e costrette a prostituirsi, costantemente controllate dagli aguzzini nascosti tra i cespugli.
I fermati sono una coppia, i loro 3 figli, due dei quali minorenni, e la compagna 26enne di uno dei ragazzi e dovranno adesso rispondere di riduzione e mantenimento in stato di servitù, induzione e sfruttamento della prostituzione minorile e sequestro di persona. I provvedimenti sono stati emessi dalla Direzione Distrettuale di Bari.
Gli inquirenti hanno spiegato che le indagini hanno permesso di accertare “come fosse prassi consolidata quella di costringere le minori a prostituirsi anche durante la gravidanza e, davanti al rifiuto delle vittime, le stesse venivano percosse senza pietà dai rispettivi fermati preposti al loro controllo”.
Le indagini, durate due mesi, si sono avvalse di racconti delle vittime, riconoscimenti fotografici, sopralluoghi, accertamenti tecnici su telefoni e social network, tramite i quali è stato scoperto “uno spaccato di cui si ignorava l’esistenza nel nostro territorio”.
La Procura di Bari l’ha descritta come “una delle nuove forme di ‘schiavitù moderna‘, costituita dalla riduzione e dal mantenimento in stato di schiavitù di giovani straniere, per lo più sole e non in contatto con la famiglia, tutte minorenni da adibire al mercato della prostituzione, direttamente controllato dagli stessi fermati”.
“Le condotte dei fermati – hanno aggiunto gli inquirenti – sono connotate da allarmante gravità, attesa la loro efferatezza e il disprezzo per la vita umana dimostrati dagli indagati, soprattutto in danno di giovani vittime minorenni e dei nascituri che portavano in grembo; gli stessi hanno, pertanto, dimostrato una totale indifferenza per le condizioni di particolare fragilità delle vittime e di non possedere il minimo sentimento di pietà verso le stesse”.