Tentativo di tregua tra il Governo francese e i Gilet gialli, in protesta da settimane contro il caro carburante in Francia, che sarebbe dovuto partire dal prossimo 1° gennaio. Il primo ministro Edouard Philippe annuncerà una moratoria di alcuni mesi sull’aumento delle tasse sui carburanti. È quanto emerso dopo l’incontro di lunedì sera all’Eliseo con il presidente Emmanuel Macron. Intanto si teme per la manifestazione di sabato prossimo.
La Francia è in ginocchio, le proteste dei Gilet gialli vanno avanti ormai da settimane e sabato scorso la manifestazione è sfociata in una guerriglia urbana. Fumogeni, cassonetti ribaltati, vetrine di negozi infrante, auto in fiamme, sampietrini divelti da usare contro la polizia, persone che hanno perso la vita. Parigi ormai da tre settimane si è trasformata in un campo di battaglia e si teme per la prossima manifestazione prevista per sabato, denominata “Atto 4°, scioglimento del Parlamento”.
Il Governo francese cerca di trovare un accordo e avviare una trattativa con i gilet gialli più moderati. Oltre alla moratoria, infatti, ci potrebbero essere altre misure – che verranno presentate da Philippe in un incontro con i deputati di En Marche – volte a placare gli animi dei protestanti.
Uno dei portavoce dei gilet gialli, Benjamin Cauchy, ha già avvertito: “Non basterà certo una moratoria ad addormentarci – ha detto ai microfoni di France Info – le nostre rivendicazioni sono molto più ampie. Vogliamo gli stati generali della fiscalità e la rivalutazione degli stipendi, oltre a un vero elettroshock politico sulla rappresentatività dei cittadini”.
Domenica si era aperto uno spiraglio di dialogo tra i gilet gialli più moderati e il presidente Macron che aveva concesso udienza a 10 portavoce del movimento. Dopo le minacce di morte, indirizzate anche ai familiari, da parte dei più radicali, i cosiddetti “gilet gialli liberi”, la paura dilaga tra i manifestanti. L’unico, tra i 10 portavoce, che martedì si presenterà a palazzo Matignon dal premier Philippe è il tassista di Nante, David Tan, nonostante anche lui abbia ricevuto minacce di morte. “Alcuni hanno ricevuto molte minacce di morte, intimidazioni e messaggi sui social network. Io andrò e parlerò con calma – ha spiegato infatti Tan -. Elencherò le nostre rivendicazioni. Ci sono tanti pensionati che mi contattano perché io faccia le richieste al primo ministro. Io sono non violento, pacifista e apolitico”.
Macron ha annullato una visita in Serbia per convocare la riunione d’emergenza di lunedì sera. Il presidente aveva autorizzato il primo ministro Philippe ad avviare una concessione che potesse limitare i danni della protesta e permettesse l’apertura di trattative pacifiche. Ma alcuni dei leader che si erano detti pronti al dialogo, come Jacline Mouraud e Benjamin Cauchy, hanno paura per le minacce di morte ricevute. La pressione è troppa e il governo, spiegano alcuni di loro, non ha soddisfatto la precondizione richiesta, il congelamento cioè dell’aumento delle tasse sul carburante.
Il Governo francese si spacca. Lunedì il primo ministro Philippe ha ricevuto i leader dei partiti rappresentati in Parlamento per trovare un accordo. Laurent Wauquiez, leader dei Republicains, ha chiesto di rinunciare all’aumento delle tasse sul carburante. Il socialista Olivier Faure è tra i promotori di una moratoria e anche il partito di maggioranza, La Republique en Marche, non è più unito.
La richiesta è che si agisca concretamente e aumentano le pressioni. France Insoumisse dei radicali di sinistra riassume la sua visione in “cedez ou partez”, cedete o andatevene. “Rispondetegli!” ha chiesto Marine Le Pen, “prendete decisioni che calmino tutti, il governo e il presidente sono responsabili della rabbia che aumenta. E la violenza è spesso conseguenza della rabbia”.
Intanto in Francia continuano i blocchi stradali tra disordini, feriti e morti. Una donna di 80 anni è morta a Marsiglia per le conseguenze di un lacrimogeno che le era piovuto in casa durante i disordini, mentre un manifestante rimasto ferito a Tolosa si starebbe aggravando in modo irreversibile. Il carburante comincia a scarseggiare nel Paese. Il blocco delle raffinerie e dei depositi carburante è sempre più marcato e alcuni distributori cominciano ad avere problemi di approvvigionamento.
In Bretagna numerose stazioni di servizio sono a secco e le autorità locali hanno cominciato a razionare la benzina. Bloccati i depositi di Le Mans, di Grand-Quevilly e di Fos-sur-Mer, mentre l’intervento delle forze dell’ordine ha sbloccato gli impianti di La Rochelle e Donge.