Il presidente dell’Istituto superiore di sanità, Walter Ricciardi, lancia un allarme sul clima. “Due generazioni, ovvero 20 anni, per salvare il pianeta dai cambiamenti climatici e dagli effetti devastanti che questi avranno sulla salute dell’uomo e dei territori”, ha detto Ricciardi nel giorno in cui prende il via ufficiale la Conferenza internazionale sul clima Cop24 in Polonia.
Sembra quindi che siamo alle strette per porre rimedio agli effetti devastanti delle azioni umane sui cambiamenti climatici. “È questo il tempo che ci rimane per mettere in atto misure concrete. Fra 20 anni potrebbe già essere troppo tardi. Già oggi le morti in Europa legate ai cambiamenti climatici sono migliaia l’anno, ma saranno milioni nel prossimo futuro se non si agisce subito”.
“Si corre il serio rischio – ha spiegato Ricciardi – che i nostri nipoti non possano più stare all’aria aperta per gran parte dell’anno a causa dell’aumento delle temperature: il pericolo concreto è che le ondate di calore, che nel 2003 hanno fatto 70mila morti, possano passare da periodi limitati dell’anno a oltre 200 giorni l’anno in alcune parti del mondo”.
Secondo Ricciardi, facendo riferimento alle intenzioni degli Stati Uniti di uscire dagli accordi di Parigi, i politici dovrebbero “prendere delle decisioni rapide, dopo che anche all’ultimo G20 non si è arrivati ad un documento finale netto. Le speranze sono ora nella Cop24”.
Sono 200 i Paesi riuniti a Katowice, in Polonia, per l’avvio ufficiale della 24esima Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, la Cop24. Due settimane di trattative per cercare di mettere in atto gli accordi di Parigi ma per l’Onu i Paesi coinvolti devono “fare molto di più” per limitare gli impatti dei cambiamenti climatici sulla salute dell’uomo.
Tra disastri meteorologici, impatto sulla salute o sui raccolti agricoli, livelli record di CO2 nell’atmosfera, “l’impatto dei cambiamenti climatici non è mai stato maggiore“, ha dichiarato Patricia Espinosa, responsabile per il Clima dell’Onu.
Al vertice di Katowice è stata confermata la presenza soltanto di 20 leader. Il rischio è che molti Stati, incoraggiati a rivedere i propri impegni per il 2020, potrebbero aspettare il prossimo summit previsto a New York per settembre 2019 prima di mostrare gli obiettivi in programma.