E’ una sentenza destinata a creare un precedente nel sistema normativo sull’affido condiviso, quella emessa dal Tribunale di Matera in un caso di separazione consensuale.
La casa di famiglia, infatti, è stata affidata al figlio minorenne che rimarrà stabilmente a vivere nel domicilio familiare, mentre ad alternarsi saranno i genitori con una frequenza settimanale come stabilito dal giudice. Nessuno dovrà corrispondere all’altro alcun assegno di mantenimento, almeno nel caso di redditi equivalenti, e su ciascun genitore graverà direttamente il sostentamento del figlio relativamente al periodo di propria permanenza nella casa.
“Con questo decreto è stato stabilito che, dopo la separazione, non ci sarà un genitore prevalente sull’altro, anche perché i tempi di frequentazione saranno assolutamente paritetici”, ha spiegato a Repubblica l’avvocato Luciano Vinci.
Con questo pronunciamento del Tribunale di Matera applica il contestato disegno di legge Pillon, una norma sull’affido condiviso dei figli e il loro mantenimento presentata dal senatore leghista Simone Pillon. Il ddl introduce il principio della “bigenitorialità perfetta”: in caso di separazione di una coppia, il mantenimento dei figli, il loro affido, e di conseguenza i costi e il tempo passato con loro, devono essere equamente divisi tra padre e madre.
Il giudice deve assicurare il diritto del minore di trascorrere “tempi paritetici in ragione della metà del proprio tempo, compresi i pernottamenti, con ciascuno dei genitori. Salvo diverso accordo tra le parti, deve in ogni caso essere garantita alla prole la permanenza di non meno di dodici giorni al mese, compresi i pernottamenti, presso il padre e presso la madre”, si legge all’art.11.