Quattro persone sono state arrestate dalla guardia di finanza di Alcamo, in provincia di Trapani, nell’ambito di un’indagine per corruzione. Sono stati posti agli arresti domiciliari il capo del Genio civile di Trapani, un dirigente del Comune di Castellammare del Golfo e due imprenditori. Indagate altre 26 persone.
Trapani, corruzione: 4 arresti e 26 indagati
I provvedimenti restrittivi emessi dal Gip di Trapani, su richiesta della locale Procura, ipotizzano, a vario titolo, i reati di corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio, falso materiale e ideologico commesso da pubblici ufficiali in atti pubblici e violazioni alla normativa in materia di appalti pubblici.
Altre 26 persone, tra funzionari pubblici, imprenditori e professionisti, sono indagate nell’ambito di due distinti procedimenti penali tra loro collegati, che hanno permesso di portare alla luce un sistema finalizzato ad “assicurare indebite agevolazioni a numerosi soggetti privati ed imprenditori in relazione agli adempimenti in materia di edilizia privata e pubblica di competenza del Genio civile e all’affidamento di lavori pubblici”.
Secondo quanto ritiene l’accusa molte delle pratiche dirette all’ufficio del Genio Civile della Provincia di Trapani sarebbero passate dallo studio tecnico del figlio dell’ingegnere capo, grazie all’opera di un compiacente gruppo di ingegneri, architetti e geometri interessati a favorire i loro clienti. Le intercettazioni telefoniche della guardia di finanza hanno permesso di scoprire che il capo del Genio civile di Trapani in cambio riceveva soldi e altre utilità.
Tra i “favori” ricevuti dal capo del Genio civile, le Fiamme gialle citano un consistente sconto su un credito vantato nei confronti di una società del settore delle energie rinnovabili, amministrata di fatto dallo stesso pubblico ufficiale e lavori edili in due sue case, facendo pagare i costi al condominio con fatture ‘gonfiate’. L’imprenditore, in cambio, ha ottenuto due affidamenti diretti per lavori a un manufatto di una Pubblica amministrazione.
Per quanto riguarda l’altra inchiesta, al dirigente del III settore Lavori pubblici del Comune di Castellammare del Golfo sono contestati atti contrari ai propri doveri d’ufficio per avere “sistematicamente agevolato due imprenditori titolari di società di costruzioni di edifici, estrazione di pietre e coltivazione, attraverso l’assegnazione di appalti pubblici e l’affidamento diretto di gare in somma urgenza”.
Il dirigente avrebbe anche permesso loro di “beneficiare di maggiori introiti attraverso illegittime delibere comunali di varianti in corso d’opera” e di ottenere “l’aggiudicazione di appalti pubblici nonostante l’irregolarità della posizione contributiva”. Lo scambio prevedeva che lui e la moglie ottenessero la “concessione gratuita di una porzione di terreno per l’installazione di due campi eolici”.
Le indagini della guardia di finanza di Trapani hanno interessato anche tre titolari di aziende di autotrasporti a Alcamo. Su questa vicenda è intervenuto il Comune di appartenenza. Gli indagati attraverso l’utilizzo di falsi buoni di prelievo avrebbero provveduto ad effettuare numerosi prelievi di acqua potabile al serbatoio comunale senza pagarla e avrebbero prelevato da pozzi privati acqua non potabile destinandola al consumo umano (ad esempio, presso un centro dialisi, scuole e bar).