Avrebbero puntato ad un riscatto lampo i rapitori di Silvia Romano, la volontaria italiana sequestrata in Kenia la notte tra il 20 e il 21 novembre scorsi. Lo ha riferito all’ANSA James, un ragazzo nigeriano la cui istruzione è sostenuta dalla onlus per cui lavora Silvia Romano, testimone dei minuti drammatici del rapimento.
“Volevano un riscatto lampo, ma Silvia non aveva soldi né il telefono. Qualcuno allora voleva lasciarla libera, ma gli altri si sono rifiutati. Silvia piangeva disperata, urlava ‘aiutatemi’ mentre veniva trascinata via dagli uomini armati. Erano almeno in 4, li abbiamo seguiti ma hanno iniziato a sparare per tenerci lontano. Noi avevamo solo i coltelli”. Ha raccontato il testimone.