Si è concluso in meno di due ore il vertice tra il premier Giuseppe Conte, il ministro dell’Economia Giovanni Tria e il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker per discutere della Manovra italiana, pochi giorni fa bocciata dall’Ue. Attorno al tavolo della cena che ha aperto il negoziato politico, al palazzo Berlaymont della Commissione Ue, anche il commissario europeo per gli affari economici Pierre Moscovici e Valdis Dombrovskis, vice-presidente della Commissione europea.
“Non litighiamo, we are friends“, ha detto Conte rivolto ai giornalisti, abbracciando Juncker. Conte ha risposto con una battuta ancora in inglese (“Ma è una conferenza stampa?”) a un giornalista che ha tentato di fare una domanda.
“L’incontro ha ribadito l’apertura di un dialogo in un clima di rispetto reciproco, dobbiamo continuare a dialogare”, afferma il premier Giuseppe Conte a Bruxelles dopo la cena con il presidente della commissione Ue Jean-Claude Juncker. “Sono soddisfatto“, aggiunge.
“Non si è discusso di saldi finali. Ovviamente non ho posto alcuna rinuncia alle riforme qualificanti” del nostro governo, spiega Conte. Quello con Juncker “non è stato un incontro risolutivo. Il passo avanti sta nell’aver ribadito l’apertura di un dialogo“, ha ribadito il premier scongiurando il rischio Grecia. “L’Italia – ha detto – ha dei fondamentali così solidi che mi sembra fuori luogo”.
Dalla Commissione europea fanno sapere che “il lavoro proseguirà nei prossimi giorni per avvicinare i rispettivi punti di vista e cercare una soluzione di prospettiva”.
Manovra, oggi l’incontro tra Conte, Tria e Juncker
Il premier Conte si prepara all’incontro con toni meno aggressivi di quelli dei vicepremier Matteo Salvini e Luigi Di Maio. Intanto da Bankitalia scatta l’allarme: lo Spread vanifica la Manovra. Il differenziale resta “alto” per “le tensioni crescenti con l’Ue”: aumenteranno così i “rischi per l’economia”, avverte Moody’s.
Moscovici si dice aperto ad un dialogo per trovare una strada, seppur “impegnativa” che eviti l’applicazione delle “sanzioni” di una procedura di infrazione all’Italia. L’intento è quello di diluire i tempi per permettere alla Manovra di portare i suoi primi frutti e far scendere il debito. Lo spread, in altalena per tutto il giorno sulla soglia psicologica, illude infatti il governo calando sotto i 300 punti base (“Chi legge la manovra si accorge che l’economia è sana”, esulta Salvini) ma poi chiude a 306 (due punti sotto i 308 di giovedì).
Da Palazzo Chigi ribadiscono che il Governo è responsabile, attento allo spread ma “determinato a seguire la strada” di una manovra espansiva, mentre fonti tecniche di Bruxelles fanno sapere che non è più tempo di promesse per il futuro.
“Non sono preoccupato ma vigile in difesa dei nostri interessi”, spiega il premier. Conte e Tria portano oggi a Bruxelles una disponibilità di massima a rimodulare le misure e ad intervenire “se servirà” con una Manovra correttiva dalla seconda metà del 2019. Ma non prometteranno – assicurano dalla Lega – di ritoccare i saldi o la stima del Pil.
A paventare una “terza recessione devastante” è Tria. Il ministro presenta un quadro che mette il Governo di fronte ad alternative poco allettanti. Da un lato c’è chi, come Paolo Savona, spinge ad una correzione immediata della Manovra per portare il debito più vicino possibile al 2%. Per fare questo bisognerebbe abbassare le stime del Pil e ridimensionare l’impatto di “quota 100” e reddito di cittadinanza, posticipandoli. Ma il leader di Lega e Movimento 5 Stelle non ci stanno. A questo punto a Conte non resta che portare a Bruxelles la rassicurazione che il deficit di fermerà sotto al 2,4% per effetto di investimenti e contenimento della spesa.
Matteo Salvini e Luigi Di Maio non hanno intenzione di fare passi indietro sulle promesse fatte agli italiani in campagna elettorale, così rimarranno fermi finché non si capirà quali sono le concrete intenzioni dell’Ue. Pertanto Di Maio invoca un “dialogo a oltranza” ma allo stesso tempo aggiunge che “i punti cardinali della Manovra non cambiano”. Salvini intanto chiede di “avere rispetto” per l’Italia e “non sanzionarci a priori”: “Siamo educati” ma “fermi”, dateci “dodici mesi di tempo per verificare gli effetti della manovra”.
“Non credo – dice Salvini – che a Bruxelles si preoccupino dello zero virgola: all’Europa serve un’Italia che cresce. E penso che sanzioni e ricatti non servano né agli italiani né all’Ue”. “La manovra – ha aggiunto – non è un pacchetto chiuso, ma non ci possono chiedere di mettere le mani nelle tasche degli italiani e togliere soldi e per quanto mi riguarda passi indietro sulla legge Fornero”.
Più speranzoso invece Luigi Di Maio. “Dall’incontro di questa sera tra il premier Conte e Junker ci aspettiamo tanto”, dice anche il vice premier Luigi Di Maio, a Palermo.