Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, conferma la volontà del Governo italiano di portare la pace in Libia: obiettivo della Conferenza che si tiene a Palermo tra il 12 e il 13 novembre.
“Mi aspetto che Haftar sia presente – ha detto il premier Conte in una intervista a La Stampa -. La sua visione non è certamente coincidente con quella del presidente Sarraj”, ma “Mandela ha osservato che ‘il compromesso è l’arte della leadership e i compromessi si fanno con gli avversari, non con gli amici'”.
Intanto sono arrivate in Sicilia le prime delegazioni: quella del parlamento di Tobruk, guidata dal presidente Aguila Saleh, ed i rappresentanti del Consiglio di Stato. Il suo leader, Khaled al Meshri, ha lanciato un nuovo appello al dialogo tra le parti come “unico mezzo per uscire dalla crisi”. Senza Haftar, però, le trattative perderebbero di significato e si cerca di convincerlo ad essere presente a Palermo.
Sarà presente anche il presidente egiziano Abdel Fattah Al Sisi. “Il presidente Sisi – annuncia la tv di Stato egiziana – va oggi nella città italiana di Palermo per una visita ufficiale di due giorni. Deve partecipare al summit dei leader interessati al dossier libico su invito del primo ministro italiano” Giuseppe Conte.
Ma il generale Haftar ha fatto sapere, tramite una fonte dell’esercito, che non sarà presente alla Conferenza ma che parteciperà a un incontro non ufficiale a margine del summit per discutere delle condizioni di sicurezza con Itali, Egitto, Russia, Ciad, Sudan e Niger.
“Una fonte di alto livello” del comando dell’Esercito nazionale libico guidato dal generale ha comunicato al Libyan Address Journal che questo sarebbe “il compromesso raggiunto” all’incontro tra lo stesso Haftar e Conte a Rajma, fuori Bengasi. L’incontro era stato fermamente smentito da Palazzo Chigi ma “fonti dell’esercito hanno confermato che Conte è stato a Rajma“.
Per la Conferenza sulla Libia, saranno presenti a Palermo rappresentanti delle forze libiche in campo, dell’Ue, dell’Onu, di Francia, Germania, Russia e Stati Uniti, accomunati dall’intento di trovare una soluzione alla questione libica e difendere i propri interessi sul Paese nordafricano.
A muovere ulteriormente le acque della Libia, la questione della presenza del generale Haftar, guida dell’Esercito nazionale libico (LNA) e alleato di Tobruk contro il Governo di Accordo nazionale (GNA) del presidente Sarraj con sede a Tripoli. Un tira e molla continuo, fino alla mattinata di ieri, a 24 ore dal summit di Palermo, in cui fonti l’LNA ha fatto sapere che Haftar non sarebbe stato presente, situazione che avrebbe potuto minare gli accordi.
Palazzo Chigi ha fermamente smentito la notizia di una visita lampo del premier Conte a Bengasi per convincere il generale a venire a Palermo per la Conferenza sulla Libia, facendo trapelare che da parte del governo italiano “c’è la volontà di non interferire tra le parti libiche in una questione che è prettamente libica“.
A Roma si scatenano le proteste delle opposizioni, in caso di assenza di Haftar. Pd, Forza Italia e FdI parlano infatti di “vertice inutile” ed “ennesima figuraccia”. Leu invece si preoccupa per le insinuazioni del generale sulla presenza a Palermo di esponenti filo-al Qaida.