Si sono appena conclusi nella Cattedrale di Palermo i funerali per le 9 vittime del maltempo a Casteldaccia, in Sicilia. Tanta commozione e un dolore palpabile per le due famiglie travolte dalle acque del fiume Milicia in piena, mentre cenavano in una villetta abusiva in affitto. Il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, ha proclamato una giornata di lutto cittadino.
La camera ardente è stata allestita ieri nella chiesa della Madonna di Lourdes a Piazza Ingastone, nel centro storico di Palermo. Un applauso commosso ha accompagnato i 9 feretri che uscivano dalla Chiesa di Piazza Ingastone per raggiungere la Cattedrale.
“Mi trovo lontano da Palermo, ma sento l’urgenza di far giungere a voi la mia voce in un momento di dolore così forte e lacerante. Di fronte alla morte innocente e allo strazio di chi resta non possiamo che levare lo sguardo verso il nostro Signore”, ha detto in un messaggio inviato ai funerali monsignor Corrado Lorefice, arcivescono di Palermo, che non ha potuto essere presente alle celebrazioni.
Tra la folla che attendeva le bare c’erano anche gli amici di Federico Giordano, il ragazzino di 15 anni morto nel tentativo vano di salvare la sorellina Rachele di un anno. All’ingresso della cattedrale sono stati appesi decine di palloncini bianchi, mentre un coro gridava “Federico sempre nel cuore”.
Sulla bara bianca della piccola Rachele sono stati sistemati dei peluche e una foto della bambina con la scritta: “Nessuno muore sulla Terra finché vive nel cuore di chi resta”. Momenti di tensione all’interno della cattedrale gremita di gente, che è stata invitata ad allontanarsi dalle bare mentre una parente delle vittime accusava un malore.
“La morte è sempre dolorosa, ma lo è soprattutto quando essa viene improvvisa e inattesa a toglierci dal fianco le persone che amiamo, quelle su cui contavamo ancora e che erano parte della nostra stessa vita”, ha recitato così monsignor Oliveri nella sua omelia.
In questo momento di immenso dolore, non si dimentica il medico disperso mentre cercava di portare soccorso a Corleone dopo il violento nubifragio di sabato scorso. “Un affettuoso pensiero, ugualmente carico di umana e cristiana solidarietà – ha continuato Oliveri -, permettetemi di rivolgerlo anche nei confronti del dottor Giuseppe Liotta del quale continuano le ricerche e dei suoi familiari che vivono ore di ansia per il loro congiunto. Nonché delle altre vittime dei violenti nubifragi dei giorni scorsi”.
Attorno alla vicenda della villetta inondata dalle acque, si sono aperte diverse discussione alla ricerca del vero colpevole, ma in occasione della cerimonia per le vittime, monsignor Oliveri ha voluto puntare l’attenzione proprio su di loro, per rendergli il dovuto omaggio. “Certo, è lecito e forse anche doveroso, che anche ci si interroghi a tutti i livelli per cercare di dare una spiegazione a quello che appare inspiegabile e, comunque, inaccettabile – ha detto -. Ma speriamo vivamente che lo si faccia non per alimentare inutili polemiche o favorire il ben noto e insopportabile rimpallo di responsabilità, quanto per rendere giustizia, nella verità, a chi non c’è più e porre i necessari provvedimenti affinché si eviti il ripetersi di tali eventi”.
Foto di Raffaella Cosentino.