Sono numeri di morte che lasciano sgomenti quelli che giungono dall’Iraq. Oltre 200 fosse comuni contenenti sino a 12mila corpi sono state denunciate dalla missione Onu nel Paese mediorientale (Unami) e altri siti potrebbero essere scoperti nei prossimi mesi. Le Nazioni Unite hanno esortato Baghdad a preservare in maniera appropriata le fosse comuni e a scavare per fornire informazioni alle famiglie delle vittime.
Nel rapporto si fa riferimento alle fosse comuni scoperte nelle province di Ninive, Kirkuk e Salaheddin, nel nord dell’Iraq, in quella occidentale di al-Anbar. Al momento solo 28 sono state controllate e da queste sono stati riesumati 1258 i corpi. Molto nota quella di Mosul (nord), soprannominata dalle popolazioni locali “Khasfa” (voragine).
Si tratta di una cavità naturale a sud dell’antica capitale dello Stato islamico, dove i jihadisti avrebbero gettato ogni giorno decine di corpi senza vita, di cui molti membri delle forze dell’ordine. La missione Onu nel Paese e l’Ufficio dei diritti umani hanno chiesto alle autorità di preservare i siti in questione, prove dei crimini compiuti dai jihadisti, anche per dare risposte alle famiglie delle persone scomparse.
Foto da Twitter.