Dopo le tensioni nella maggioranza a causa di alcune tematiche del contratto di Governo, come la prescrizione o il reddito di cittadinanza, il vicepremier Luigi Di Maio precisa: “Abbiamo firmato un contratto di governo che va rispettato da entrambi i contraenti“. Il leader si rivolge si agli alleati della Lega che ai membri del Movimento, che esprimono il loro malessere per il decreto sicurezza e confida nel “buon senso dei parlamentari di entrambe le parti”.
Pronta la risposta del vicepremier leghista Matteo Salvini: “Nessuna polemica – dice -, con il Movimento 5 Stelle stiamo lavorando bene. Il nostro governo ha un’altissima popolarità e in 5 mesi abbiamo fatto più di chiunque altro. Sono molto soddisfatto per le leggi fatte e per quelle in cantiere”. E ancora: “Legittima difesa, reddito di reinserimento al lavoro, stop sbarchi, riforma della Fornero. Andiamo avanti uniti per il cambiamento del paese“.
“Il contratto si deve rispettare e poi non si deve criticare. In questo sono di destra”, afferma su Sky Tg24 il ministro della Pubblica amministrazione, Giulia Bongiorno, a proposito del Reddito di cittadinanza, e aggiunge: “Non mi metto a criticarlo perché fa parte del nostro accordo”. “Il Governo è compatto e andrà avanti. Come il Reddito di cittadinanza andrà avanti, potrebbero esserci delle difficoltà attuative” di cui parlava Giorgetti “ma si farà”.
Il sottosegretario leghista, Giancarlo Giorgetti, aveva parlato di complicazioni in merito al reddito di cittadinanza, ma Di Maio è pronto a replicare. “Siamo stati sempre chiari – dice il vicepremier a Il Corriere della Sera -. Il reddito sarà operativo nei primi tre mesi del 2019. Se vedo un problema non è nelle risorse o nelle norme ma quando qualcuno non crede in quello che stiamo facendo. Se qualche membro del governo non crede in quello che stiamo facendo, allora è un rischio per i cittadini prima di tutto”.
Anche l’Europa ha manifestato le sue perplessità sulla Manovra, Luigi Di Maio però ribadisce che “è chiaro che con la Commissione Ue è importante avere un dialogo, ma non arretriamo di un millimetro sia per quello che c’è nel testo, sia per quello che ancora non c’è ma verrà aggiunto in Aula e mi riferisco a più soldi per la scuola, alla misura sulle pensioni d’oro e sui tagli all’editoria”.
Ancora una volta il vicepremier dei 5 Stelle sottolinea il suo “no” al progetto della Tav. “Il contratto di governo prevede che per la Tav ci sia la ridiscussione del progetto – ha detto -. Abbiamo inserito proprio questa possibilità perché sapevamo che qui non ci sono rischi di risarcimento”. Per il ministro dello Sviluppo ci sono altre priorità. “Noi non siamo contro l’alta velocità – ha spiegato – ma non ritengo la Torino-Lione un’opera strategica per il Paese, mentre invece penso alla Napoli-Bari o alla Tav in Sicilia”.
Nessun timore di perdere consensi elettorali per la questione del gasdotto Tap. “Siamo stati sinceri – ha precisato Luigi Di Maio – e la realizzazione dell’opera non può essere imputata a noi con lo screening delle carte che abbiamo potuto fare solo una volta arrivati al governo, ci siamo resi conto che il prezzo da pagare sarebbe stato troppo alto”.
Il vicepremier si esprime anche sulla riduzione dello stipendio dei parlamentari. “Credo che 13mila euro di stipendio sommando le varie voci siano troppi – ha precisato -. Credo sia necessario agire eliminando le indennità di carica e parte della diaria, come noi abbiamo già fatto senza aspettare una legge”. Questo mese il Movimento 5 Stelle organizzerà “un Restitution day. Rispetto al passato i soldi non vanno più sul fondo per il microcredito, che ormai finanziamo come governo, ma sono destinati a finanziare progetti scelti dagli iscritti per fare interventi ancor più diretti per le persone in difficoltà”.