Efebo d’Oro, Sergio Castellitto: “Sicilia, un laboratorio culturale”

di Valentina Grasso e Paola Chirico

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Efebo d’Oro, Sergio Castellitto: “Sicilia, un laboratorio culturale”

| sabato 03 Novembre 2018 - 18:33

Divertente, appassionato, intenso. Sergio Castellitto ritira il Premio alla carriera della Banca Popolare S. Angelo insieme alla moglie Margaret Mazzantini durante l’apertura della 40° Edizione dell’Efebo d’Oro. Una coppia, attore/regista e scrittrice, espressione produttiva del legame tra cinema e letteratura, binomio fondante del festival. Da Non ti muovere a Nessuno si salva da solo e a Venuto al mondo, si tratta solo di alcuni esempi di come le parole di Margaret Mazzantini si siano trasformate nelle immagini di Sergio Castellitto.

Premio alla carriera a Sergio Castellitto e Margaret Mazzantini

Un sodalizio nella vita e nell’arte che si nutre di storie “che sono il regalo che tu fai al lettore. Poi dentro alle storie – racconta Sergio Castellitto -, come dentro la pancia del Cavallo di Troia, nascondi la tua opinione e quindi la tua visione del mondo. Per cui, attraverso il dono del racconto, il lettore si avvicina a te e poi scopre qualcosa che lo riguarda in qualche misura”. 

Premio alla carriera questo consegnato a Sergio Castellitto e Margaret Mazzantini proiettato verso nuovi progetti e nuove sfide. “I premi sono sempre una meravigliosa, formidabile possibilità di ricominciare sempre. I premi – dice Castellitto – fanno piacere ma te li devi da qualche parte meritare non tanto per quello che hai fatto ma per quello che farai. E questa è sempre stata l’intenzione mia e di Margaret”.

Sergio Castellitto e la Sicilia

Sergio Castellitto è profondamente legato alla Sicilia, terra d’ispirazione con cui intrattiene un rapporto privilegiato fin dall’Uomo delle stelle di Giuseppe Tornatore per finire con la fiction Rai su Rocco Chinnici. “La Sicilia è uno straordinario laboratorio in tutti i sensi, culturale, sociale, emotivo. Direi che qui vive uno degli ultimi popoli del nostro Paese”, commenta Castellitto.

Ma sguardo antropologicamente critico anche sul presente. A proposito di Libero Burro, film d’apertura del 40° Efebo d’Oro, Castellitto fa un confronto con l’umanità attuale. “Incarna – dice – quello che spesso mi hanno chiesto di recitare, cioè l’italiano un po’ rafazzonato, un po’ infantile, un po’ arrogante ma anche buono che è stato sempre uno dei tratti distintivi antropologici del nostro essere italiani. Siamo gente con molti difetti ma con una qualità umana molto forte che stiamo, negli ultimi tempi, antropologicamente perdendo. Stiamo diventando tutti un po’ più spietati”.

Tra cinema del passato e cinema del presente

A proposito invece della polemica nata a Cannes che oppone il cinema classicamente inteso e le piattaforme streaming come Netflix, Castellitto si schiera a favore di quest’ultimo perché “dobbiamo ringraziare Netflix che porta denaro e offre possibilità di progetti nuovi con otto o dodici ore per lavorare e approfondire il soggetto. Poter lavorare – ne è convinto Sergio Castellitto – su una drammaturgia sia orizzontale sia verticale fuori dalla grammatica dell’ora e trenta è un lusso che il cinema non ti permette. La crisi deriva da altre cose e non certamente da Netflix. Dobbiamo accettare – aggiunge – che esistono le piattaforme che sono i nuovi canali di distribuzione”. 

Ma al giorno d’oggi si mantiene forte anche l’importanza dei festival cinematografici. Alberto Barbera, Direttore della Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia ritiene che i festival mantengano tre funzioni primarie: “Quella di far conoscere film che non troverebbero spazio sul mercato. Inoltre i festival hanno una funzione educativa perché fanno capire a un pubblico che non esistono i grandi blockbuster americani o le commedie ma c’è anche un altro tipo di cinema che ha tante altre potenzialità. La terza funzione è altrettanto importante in quanto i festival stanno diventando l’unica possibilità di socializzazione opposta alla fruizione individuale dei film”.

Il volume celebrativo del 40° Efebo d’Oro

In occasione della quarantesima edizione del Premio il Centro di ricerca per la narrativa e il cinema e la Banca Popolare S. Angelo hanno realizzato un volume dal titolo Cinema e letteratura. 40 anni dell’Efebo d’oro curato da Alberto Barbera e pubblicato da Silvana Editoriale, con i saggi di Nicola La Gioia, Emiliano Morreale, Oscar Iarussi, Giorgio Tinazzi, Emanuela Martini, Mauro Gervasini, Alberto Pezzotta, Giulia D’Agnolo Vallan, Egle Palazzolo, Giovanni Massa e Laura Busetta e con uno straordinario repertorio fotografico tratto dall’Archivio storico del Premio.

“Il volume – evidenzia Alberto Barbera – non si limita a celebrare l’unica manifestazione che, con accortezza e originalità, premia annualmente gli autori che hanno saputo trarre il meglio dal rapporto fra il cinema e la letteratura. La raccolta di testi inediti, realizzata con il contributo di alcuni dei maggiori critici italiani, offre un’articolata occasione di approfondimento su alcuni aspetti decisivi nel mettere in luce la centralità di un rapporto fra due forme espressive unite sin dall’origine della Settima Arte”.

Foto di Valentina Grasso

 

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