Una nuova emergenza rifiuti si abbatte su Palermo, la discarica di Bellolampo è satura e sabato dovrà chiudere i battenti. Una possibile soluzione potrebbe essere l‘ampliamento della sesta vasca, in attesa della costruzione della settima, per consentire alla discarica di accogliere ancora rifiuti ma il progetto presenta molte criticità. Intanto resterà attivo soltanto l’impianto di compost per l’umido.
Una corsa contro il tempo per risolvere l’ennesima emergenza rifiuti a Palermo. In una riunione straordinaria alla Regione, durata fino a tarda ora ieri sera, si è discusso delle possibili soluzioni per evitare la chiusura della discarica di Bellolampo. Nei giorni scorsi, inoltre, Palazzo d’Orleans ha chiesto ancora volta l’intervento del ministro dell’Ambiente Sergio Costa e del presidente del Consiglio Giuseppe Conte, senza ottenere risposte.
In Sicilia la differenziata non funziona, a Palermo, Catania e Messina infatti si trova al di sotto del 30%, soglia minima per evitare il collasso delle discariche. La Regione, in realtà, non è riuscita a creare un impianto di smaltimento rifiuti alternativo alle discariche attuali, che in gran parte sono private. “Una paralisi che rischia di creare danni enormi, il governatore Musumeci ha già pieni poteri, non ha bisogno di chiederne altri a Roma”, dice il deputato dei 5 stelle, Giampiero Trizzino.
Giuseppe Norata e Pasquale Fradella, rispettivamente amministratore unico e dirigente dell’area impianti della Rap, scrivono alla Regione per un ultimatum. “In assenza del provvedimento di approvazione della variante che consentirebbe l’ampliamento delle volumetrie – dicono -, sabato 27 ottobre 2018 sarà l’ultimo giorno di possibilità di conferimento alla piattaforma impiantistica di Bellolampo. Pertanto da tale data al fine di impedire i gravissimi nocumenti igienici per la città di Palermo si valuti la possibilità di emettere provvedimenti contingibili e urgenti che consentano l’abbancamento in sesta vasca almeno fino all’ottenimento dei provvedimenti richiesti in via ordinaria alla Regione”.
Se non arriverà il via libera all’ampliamento della sesta vasca dalla Regione – che deve rilasciare sia l’Autorizzazione integrata ambientale (Aia) sia la Valutazione di impatto ambientale (Via) –