Il presidente della Bce Mario Draghi non possiede “la palla di cristallo”, ma la sua ricetta per fronteggiare l’aumento dello spread è chiara: “Se mi si chiede cosa si può fare riguardo alle banche, dato l’allargamento dello spread negli ultimi sei mesi, una prima risposta è ridurre lo spread e non mettere in dubbio la cornice istituzionale che sorregge l’euro”.
“Non so se sarà 300, 400 o quant’altro – aggiunge Draghi – Certamente questi bond sono nel portafoglio delle banche, se perdono valore intaccano il capitale delle banche. Assolutamente non è nostro compito mediare nel negoziato fra l’Italia e l’Unione europea, ma alla fine portare le parti a una qualche forma di accordo è questione di buon senso, la percezione di ciò che è bene per il paese, dell’interesse per le famiglie e imprese”.
Certo è che “anche l’Italia, come Brexit e la guerra commerciale, è fra le incertezze per lo scenario economico dell’Eurozona”, ha affermato Draghi. “Il rialzo dello spread sta causando un rialzo dei tassi a famiglie e imprese. C’è il rischio di finire in una situazione in cui prevalgano le esigenze di bilancio dell’Italia piuttosto che quelle di politica monetaria? Finanziare i deficit non è nel nostro mandato, abbiamo l’Omt come strumento specifico, per il resto siamo in un regime di dominanza monetaria, non di bilancio”.
Manovra, la ricetta di Draghi: “Abbassare lo spread e accordarsi con l’Ue”
“Non c’è stata una grande discussione sull’Italia. C’era Dombrovskis, gli ho chiesto il permesso di citarlo, nel dire che occorre osservare le regole di bilancio, ma cercare anche il dialogo” ha detto Draghi a proposito del consiglio direttivo della Bce. “È fondamentale per i Paesi altamente indebitati rispettare le regole del Patto di Stabilità e Crescita europeo, in modo da assicurare una solida posizione di bilancio. I governi dell’eurozona accelerino con le riforme strutturali”.
Ipotesi contagio ad altri partner europei della crisi italiana? “Forse c’è qualche ricaduta, ma limitata”. Intanto la Banca Centrale Europea ha lasciato i tassi d’interesse invariati: il tasso principale resta fermo allo 0%, quello sui prestiti marginali allo 0,25% e quello sui depositi a -0,40%. La decisione è in linea con le attese del mercato.
Il Qe proseguirà fino a dicembre e al ritmo di acquisti di 15 miliardi mensili, e “anticipa che in seguito, se i dati più recenti confermeranno le prospettive di inflazione a medio termine, gli acquisti netti giungeranno a termine”. L’Eurotower “intende reinvestire il capitale rimborsato sui titoli in scadenza per un prolungato periodo di tempo” dopo la fine del Qe e “finché sarà necessario per mantenere condizioni di liquidità favorevoli e un ampio grado di accomodamento monetario”.
E dall’Italia l’orientamento che trapela è sempre lo stesso: “Non c’è alcun dubbio che il governo rimanderà la manovra tale e quale a Bruxelles, nonostante la bocciatura”, ha detto il ministro per gli Affari europei Paolo Savona in un’intervista alla direttrice di Sky TG 24 Sarah Varetto. Draghi? “Ognuno si assuma le proprie responsabilità”.