Continuano le tensioni a Palazzo Chigi durante la nuova riunione del Governo per definire il documento sulla Manovra. Sono presenti il premier Giuseppe Conte, il ministro dell’Economia Giovanni Tria e i due sottosegretari Laura Castelli e Massimo Garavaglia. Assenti invece Luigi di Maio – che secondo fonti ministeriali si trova nella sede del Governo ma ha deciso di non prendere parte alla riunione – e Matteo Salvini impegnato stamattina a Monza, al suo posto il sottosegretario Giancarlo Giorgetti.
Il premier Giuseppe Conte dovrà presentare all’Ue il documento sulla Manovra entro giovedì, data in cui è previsto l’Eurosummit, mentre lo stesso documento dovrà essere inviato alle Camere entro le 20. Intanto dall’Europa continuano le critiche alle mosse economiche italiane e si invita il nostro Paese a rispettare le regole del Patto di stabilità.
L’intesa tra Movimento 5 Stelle e Lega sulla cosiddetta “pace fiscale” non è ancora stata trovata. Il pre-Consiglio di domenica sera a Palazzo Chigi, durato circa 3 ore, non è bastato a sciogliere uno dei principali nodi del decreto atteso oggi al Consiglio dei Ministri. “Andremo fino in fondo“, ha commentato Matteo Salvini da Monza.
Al suo arrivo all’assemblea nazionale di Confimi Industria a Monza, Matteo Salvini ha rassicurato i giornalisti che gli chiedevano dei fondi per abbassare le tasse alle imprese: “Sì ci sono”, avrebbe risposto il vicepremier. Salvini, però, non si è espresso sulle voci in merito ai possibili attriti nella maggioranza in vista del vertice di questa mattina a Palazzo Chigi, che precede il Consiglio dei ministri e al quale il leader della Lega non parteciperà con “pieno mandato” a Giorgetti. “Sono qui per parlare di impresa e di industria” ha risposto.
“Sui furbetti nessuna transigenza – ha detto il leader della Lega all’assemblea nazionale di Confimi Industria -, però ci sono milioni di italiani che convivono con le cartelle di Equitalia che li stanno portando alla disperazione e al suicidio. Uno Stato normale con questa gente ragiona, non continua a condannarla”. “Mi dicono non si può fare? Ma volere è potere – ha aggiunto -, quindi noi andremo fino in fondo“.
Il vicepremier, parlando ancora della pace fiscale, si rivolge poi al M5S: “Lo dico agli amici dei Cinquestelle: saldo e stralcio delle cartelle di Equitalia per chi ha fatto la dichiarazione dei redditi ma non è riuscito a pagare tutto è nel contratto di governo. Quello per me vale“. “Sono convinto – ha aggiunto Matteo Salvini – che ci sia bisogno di un nuovo rapporto fra italiani ed Equitalia”.
Assenti all’incontro di domenica sia Matteo Salvini che Luigi Di Maio, entrambi fuori Roma. Attorno al tavolo del pre-Consiglio, insieme al premier Giuseppe Conte, c’erano il ministro dell’Economia Giovanni Tria, i minitri Riccardo Fraccaro, Alfonso Bonafede, Giulia Buongiorno, Paolo Savona, Barbara Lezzi e i sottosegretari Massimo Garavaglia e Laura Castelli. Il leader della Lega, inoltre, ha fatto sapere che non sarà presente neanche al rinvio di lunedì, al suo posto potrebbe presentarsi il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti.
I tempi stringono e ancora ci sono tanti nodi da sciogliere prima dell’approvazione della Manovra. Non è stata raggiunta un’intesa sulla pace fiscale e su alcune coperture finanziarie che potrebbero compromettere le entrate dalla sanatorie, necessarie per far fronte alle spese previste per il 2019 dal reddito di cittadinanza a quota 100. Sul tavolo della discussione anche le pensioni d’oro con un taglio previsto a partire dagli assegni di 4.500 euro netti al mese in su. Inoltre, rimane aperta la questione Alitalia che vede la contrapposizione del ministro dell’Economia Giovanni Tria da un lato e dall’altro Di Maio e Salvini – che esorta Tria a rispettare il contratto, mentre non si distoglie lo sguardo dalle reazioni dei mercati. Secondo quanto si apprende da fonti di Palazzo Chigi, sembra che nel corso della riunione di domenica si siano definiti gli aspetti più tecnici del decreto fiscale “con attenzione particolare alle norme sulla semplificazione”.