E’ iniziata oggi in Cassazione la discussione sul ricorso presentato dai difensori di Massimo Bossetti che rilevano importanti vizi processuali del processo di appello, sostenendo che a causa di tali vizi procedurali sia stata confermata la sentenza di primo grado alla condanna all’ergastolo del muratore di Mapello, per l’omicidio della giovane Chiara Gambirasio.
Nessuna prova oggettiva è mai stata accertata a carico di Bossetti, tranne la “prova regina” della affermata compatibilità con il DNA rinvenuto sugli indumenti della ragazza.
Proprio su questo si fonda il ricorso di oggi in Cassazione, che solleva l’eccezione di merito di non essere stata mai concessa alla parte in entrambi i gradi di giudizio la perizia genetica del DNA di Chiara, sempre negata con la motivazione della insufficiente quantità di DNA residuo dopo le perizie eseguite dai periti del Tribunale. I difensori di Bossetti sostengono invece non soltanto la possibilità tecnica della ripetizione dell’esame, ma si dicono certi dell’invalidità della “prova regina” ritenendo di potere dimostrare di non essere di Bossetti il DNA rinvenuto negli abiti di Chiara Gambirasio.
Inoltre, i difensori di Bossetti rilevano il negato diritto di accesso ai reperti processuali di cui non è mai stata consentita loro visione diretta ma solo fotografica.
Se la Cassazione dovesse confermare le sentenze precedenti Bossetti, che in tutti questi anni si è sempre dichiarato innocente e che per questo non ha mai chiesto di avvalersi del rito abbreviato, dovrebbe scontare l’ergastolo. Se invece la Cassazione accogliesse il ricorso, secondo le motivazioni della sentenza per Bossetti si potrebbe aprire un nuovo capitolo di vita.
E, probabilmente, si dovrebbe leggere un’altra storia.
Nel dibattimento, il Pg Mariella De Masellis, chiede, invece, la conferma dell’ergastolo a Massimo Bossetti, il muratore di Mapello condannato in primo grado e in appello.
Non esiste un “ragionevole dubbio” sull’innocenza di Bossetti che “non ha avuto un moto di pietà e ha lasciato morire Yara da sola in quel campo”, ha detto il magistrato, che rispondendo ai rilievi della difesa dell’imputato, ha definito l’indagine “perfetta” e basata su accertamenti “capillari”.
La rappresentante dell’accusa ha anche chiesto di annullare l’assoluzione di Bossetti dall’accusa di calunnia nei confronti di un collega, pronunciata in primo grado e confermata in appello.