Dolci, succosi e colorati, i fichi d’India sono tra i frutti più consumati in autunno, soprattutto da chi vive in Sicilia, Sardegna, Puglia e Calabria. Originaria del Messico, la pianta del fico d’India presenta delle foglie e una scorza ricoperte di spine che ne rendono complesse, ma non impossibili, la fase di raccolta e sbucciatura. La sua polpa carnosa, caratterizzata dalla presenza di piccoli semini, prende i colori della stagione in cui matura, rosso, giallo-arancio e bianco, e fin dall’antichità era considerata importante per le sue notevoli proprietà.
I fichi d’India infatti venivano utilizzati anche nella medicina tradizionale per curare ferite superficiali e lievi ustioni. In tempi recenti si sono invece scoperte le enormi potenzialità dei fichi d’india utilizzati anche in macedonie, liquori, marmellate, gelati, granite ma anche in cosmetica per shampoo, creme, lozioni, saponi, balsami e make-up.
Ricchi di vitamina C e fibre i fichi d’India sono degli alleati nel contrastare i sintomi della stitichezza. Questi frutti inoltre aumentano il senso di sazietà riducendo persino l’assimilazione di grassi e zuccheri e così limitando il rischio di obesità, aiutando a controllare i livelli di diabete e di colesterolo. Ma hanno anche un potere diuretico favorendo l’eliminazione di calcoli ed evitando che se ne formino altri.
I fichi d’India inoltre contengono un alto tasso di sali minerali come potassio e magnesio che li rendono dei frutti antiossidanti. Sono state anche dimostrate le potenzialità antibiotiche dei fichi d’India grazie ai quali si blocca la diffusione di batteri e si rafforza il sistema immunitario.
Questo frutto è però altamente sconsigliato a chi è affetto da diverticolosi. I semini infatti contenuti nella polpa potrebbero agglomerarsi e depositarsi nelle anse intestinali causando infiammazioni e dolori acuti.