La Manovra “farà ricredere anche i più scettici”, dichiara il premier Conte di ritorno dall’Assemblea generale dell’Onu. Eppure, il tema della legge di bilancio continua ad alimentare scontri e nervosismi all’interno della maggioranza gialloverde. Se infatti giungono ampie rassicurazioni sul reddito di cittadinanza, sullo sforamento del deficit si sta consumando un vero e proprio braccio di ferro con il ministro Giovanni Tria.
Per il vicepremier Salvini “l’accordo c’è, lo zero virgola è l’ultimo dei problemi“. Lo stesso ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio, insiste ancora per portare il deficit al 2,4% del Pil. Tria dal canto suo chiama in causa “l’interesse della nazione”, cercando fino all’ultimo di convincere i colleghi di governo a restare sotto il 2%.
Manovra, Tria e il Governo ai ferri corti sullo sforamento
“Non tiriamo a campare, o si fanno scelte coraggiose o non vale la pena continuare. Ci sono differenze di vedute che vanno appianate. È chiaro che, quando c’è un governo del cambiamento così radicale, ci sia una parte di apparato che rema contro”, ha però aggiunto Di Maio.
Secondo il vicepremier grillino “sarà una manovra del popolo: coraggiosa e dove non ci si impicca a un numero o un altro”. “Quel che non vogliamo fare è scrivere nel Def cose non vere: a differenza del passato quando si dava un obiettivo nel Def e poi alla fine il deficit era più alto”. Bruxelles? Avremo modo di interloquire, a me non preoccupa Bruxelles”.
Di Maio rassicura Tria, ma la Lega tira dritto
A questo punto, però, è evidente come i rapporti con Tria potrebbero incrinarsi repentinamente: “Non c’è in programma alcuna richiesta di dimissioni per il ministro dell’Economia, Giovanni Tria”, assicura Di Maio. Ma Riccardo Molinari, capogruppo della Lega alla Camera, la pensa diversamente: “Se Giovanni Tria non fa più parte nel progetto, troveremo un altro ministro dell’Economia“.
Tutto insomma ruota attorno all’esigenza di “salvaguardare la sostenibilità del nostro debito pubblico” manifestata dallo staff di Tria. Nelle prossime ore sarà quindi dirimente la Nota di aggiornamento al Def: prevederà un debito pubblico compreso fra l’1,6% e l’1,9% del Prodotto interno lordo oppure opterà per lo sforamento?
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