Il governo italiano ha dato il via libera al decreto che unifica i testi su sicurezza e migranti. Soddisfazione è stata espressa dal ministro Salvini, che parla di ‘passo in avanti per un’Italia più sicura‘ e assicura che non viene leso alcun diritto fondamentale.
“Non lediamo nessuno diritto fondamentale: se entri a casa mia e spacci ti accompagno da dove sei arrivato“: ha spiegato il ministro in conferenza stampa a Palazzo Chigi. “Se sei condannato in via definitiva è di buon senso toglierti al cittadinanza”, ha aggiunto. “Per i richiedenti asilo – ha spiegato il vicepremier – lo stop alla domanda si avrà in caso di pericolosità sociale o condanna in primo grado. Questa è stata una delle mediazioni aggiunti e suggerite”.
Salvini ha parlato anche degli insediamenti rom. “L’obiettivo è chiudere tutti i campi rom entro la fine della legislatura in tutte le città italiane. La questione dei rom non è compresa in questo decreto ma stiamo già Lavorando con i sindaci a giungere a questo obiettivo”.
Gli Sprar (il sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) continueranno ad esistere ma limitatamente ai richiedenti di protezione umanitaria e ai minori accompagnati”. Salvini ha spiegato che queste restrizioni si sono rese necessarie perché “oggi è lasciato all’indeterminatezza. Oggi viene messo ordine in questo campo. Vogliamo togliere privilegi a chi diritti non ha diritto”.
Per il premier Conte, “in un quadro di assoluta garanzia dei diritti delle persone e dei trattati, andiamo a operare una revisione per una disciplina più efficace. Ci sono norme contro la mafia e il terrorismo”. “Abbiamo alla fine, rispetto alla formulazione originaria, unificato in un unico decreto i due decreti immigrazione e sicurezza”, ha sottolineato il presidente del Consiglio. “E’ più funzionale anche in ragione della complementarietà della materia unificare in un’unica struttura normativa il decreto immigrazione che contiene varie norme: l’obiettivo – ha spiegato il premier – è quello di operare, cosa che in effetti non era stata fatta da anni, una riorganizzazione razionale dell’intero sistema di riconoscimento e protezione internazionale per adeguarlo agli standard europei. Ci siamo accorti, studiando la materia, che avevamo disallineamenti significativi rispetto alle discipline vigenti in altri paesi Ue e allora siamo intervenuti per affrontare in modo più efficace l’emergenza terrorismo in un quadro di assoluta garanzia per la tutela dei diritti fondamentali è delle persone e nel rispetto delle convenzioni internazionali cui l’Italia aderisce, i principi della Costituzione e trattati”.