Tra le cause di morte in tutto il mondo per cui non esiste ancora una cura si colloca il morbo d’Alzheimer. E’ uno dei dati che emerge dal rapporto mondiale alzheimer 2018 intitolato ‘Lo stato dell’arte della ricerca sulla demenza” presentato in occasione della 34esima giornata mondiale dell’Alzheimer dalla Federazione Alzheimer Italia che rappresenta nel Paese l’ADI – Alzheimer’s Disease International.
I dati del rapporto sull’Alzheimer
Una malattia che colpisce 47 milioni di persone nel mondo. Solo in Italia si registrano infatti 1.241.000 di casi. Si stima inoltre che ogni 3 secondi una persona venga colpita da una forma qualsiasi di demenza. Il morbo d’Alzheimer è talmente diffuso da essere ritenuto dall’ADI una delle crisi globali a livello sanitario e sociale più significative del XXI secolo, che molti Paesi non riescono ad affrontare. Troppo poco diffuse infatti le strumentazioni adeguate e scarsi gli studi clinici, di medici e ricercatori specializzati di cui sono dotati molti centri nel mondo.
“Siamo molto orgogliosi di diffondere questo rapporto – ha dichiarato Paola Barbarino, CEO di ADI – in quanto fotografa la situazione attuale, le cause della mancanza di progressi rilevanti negli ultimi 20 anni e gli ostacoli che impediscono di trovare soluzioni adeguate. Il rapporto esamina nuovi e interessanti lavori nel campo delle demenze, nuove frontiere nella ricerca e sottolinea la nostra richiesta fondamentale di aumentare i fondi per la ricerca. Senza investimenti significativi nella ricerca, infatti, non siamo in grado di superare nuove frontiere. È Sorprendente in questo senso il rapporto tra demenza e cancro rispetto al numero di pubblicazioni: 1:12. Inoltre – spiega – non ci sono abbastanza persone coinvolte nella ricerca sulla demenza: questo deve cambiare. Ci auguriamo che la diffusione di questo rapporto aumenti la consapevolezza della malattia di alzheimer e della demenza, e accenda un dibattito per portare il maggior numero possibile di governi e aziende a dedicare fondi e attenzione alle persone con demenza e alle loro famiglie affinchè possano ottenere una migliore qualità di vita”.