Il consiglio dei ministri ha varato il ddl spazzacorrotti ma la Lega rimane prudente e promette di intervenire. Matteo Salvini, assente “perché aveva altri impegni”, parla di un intervento del Parlamento per rendere la legge meno rigida. “Alcuni passaggi metterebbero sotto inchiesta 60 milioni di italiani”, avverte il vicepremier, il quale però assicura che la sua assenza al Cdm non cela alcuna polemica o presa di distanza.
Sembra che l’intento della Lega sia quello di blindare la legge per permettere alla maggioranza in Parlamento di renderla più morbida. Come spiegato da Matteo Salvini al Corriere della Sera, la sua assenza dal consiglio non era un atto di polemica. “Ho riunito i dirigenti del Viminale – assicura il ministro dell’Interno -, devo chiudere i decreti sicurezza e immigrazione, sto lavorandoci notte e giorno, ho la scrivania che deborda di pratiche”.
L’alt della Lega al ddl contro la corruzione non riguarda l’intera proposta ma soltanto alcuni passaggi. “Io sono contento che sia passato in Consiglio dei ministri il pacchetto contro corrotti e corruttori – ha precisato Matteo Salvini -, è un bel segnale. Certo, però, che su quel provvedimento il Parlamento interverrà e modificherà. Alcuni passaggi del pacchetto mettono sotto inchiesta sessanta milioni di italiani. Perché quando sulla base di un sospetto e senza prova dai la possibilità di intercettare, pedinare, ordinare questo e quest’altro, la preoccupazione è legittima”.
Da Strasburgo intanto arriva la piena approvazione del ddl. In un Tweet infatti, Gianluca Esposito, segretario esecutivo del Greco (l’organo anticorruzione del Consiglio d’Europa) scrive che “le proposte del testo vanno nella direzione giusta, come auspicato dal Greco nei suoi rapporti sull’Italia”. E precisa che “per una valutazione definitiva è necessario attendere il testo finale”.