Una delle sconfitte peggiori della carriera, di quelle che fanno pensare. Negli ottavi di finale degli US Open, Roger Federer ha perso una sfida sulla carta già vinta – e che si era messa più che in discesa nei primi due set – contro l’australiano John Millman, il primo giocatore fuori dalla Top 50 a batterlo nella sua storia ventennale a Flushing Meadows.
Una delle peggiori prestazioni di quest’anno per lo svizzero, fallosissimo al servizio e non solo (oltre 70 errori non forzati) al cospetto di un avversario che ha avuto il pregio di saper cogliere l’occasione della vita offertagli dal numero 2 del ranking ATP e centrare il successo più importante della sua carriera. Inevitabili, adesso, le domande sull’imminenza del ritiro di Federer, che però qualche giorno fa aveva fatto capire di non aver ancora fissato una data per l’addio al tennis, anche considerando l’obiettivo, mai nascosto, di un oro olimpico individuale a Tokyo 2020.
Nelle altre sfide della parte bassa del tabellone, Novak Djokovic ha liquidato in tre set un avversario storicamente per lui poco fastidioso come il portoghese Joao Sousa, mentre Marin Cilic ha dato una grande prova di forza contro Goffin, steso in una partita senza storia, e trova ai quarti Kei Nishikori, da lui battuto nella finale degli US Open di quattro anni fa.