Il nome di Colin Kaepernick, da due anni a questa parte, fa sempre discutere, figuriamoci se diventa il volto di una campagna pubblicitaria di rilevanza mondiale. Il quarterback NFL, senza squadra da un anno e mezzo dopo la rescissione con i San Francisco 49ers, figlia della sua forte protesta contro la repressione sommaria nei confronti delle minoranze, in particolare di quella black, è stato scelto dalla Nike per la sua campagna celebrativa dei trent’anni dello storico motto “Just Do It”.
Believe in something, even if it means sacrificing everything. #JustDoIt pic.twitter.com/SRWkMIDdaO
— Colin Kaepernick (@Kaepernick7) 3 settembre 2018
“Credi in qualcosa, anche se vuol dire sacrificare tutto” il potente messaggio lanciato dal giocatore di football, che per le sue scelte ideologiche ha di fatto chiuso la propria carriera professionistica. Un messaggio che, però, ha generato le polemiche da parte dell’ala conservatrice della popolazione statunitense, che ha reagito in maniera netta contro la Nike, dando vita a un vero e proprio boicottaggio.
Our Soundman just cut the Nike swoosh off his socks. Former marine. Get ready @Nike multiply that by the millions. pic.twitter.com/h8kj6RXe7j
— John Rich (@johnrich) 3 settembre 2018
A lanciare la controproposta è stato il proprietario dei Washington Redskins, seguito a ruota da tanti altri comuni cittadini, che hanno deciso di strappare il “baffo” caratteristico del marchio dell’Oregon dai propri indumenti in segno di protesta contro questa campagna pubblicitaria, destinata a generare ancora molte polemiche.