Una lite banale per alcuni, la goccia che ha fatto traboccare il vaso per altri. L’epilogo, invece, dei più drammatici: un morto e una persona arrestata che, in virtù dei fatti, è stata allontanata dalla azienda Rap dove lavorava. È accaduto a Sferracavallo, borgata di Palermo. Cosimo D’Aleo, muratore 43enne, è stato ucciso dal vicino Pietro Billitteri, 60 anni, a colpi di pistola per colpa di un barbecue. Entrambi abitavano nella stessa palazzina e tra i due non correva buon sangue. Gli inquirenti, dopo aver fermato Billitteri, lo hanno interrogato e lo stesso ha confessato, raccontando la sua versione dei fatti.
L’omicida, impiegato della Rap, un sanificatore che si occupava di disinfestazioni, avrebbe detto ai poliziotti di “subire delle continue angherie” e che ieri sera sarebbe scoppiata l’ennesima lite per il fumo del barbecue che arrivava direttamente a casa sua.
“Non hai il coraggio di spararmi”
“Non hai il coraggio di spararmi”, avrebbe detto la vittima a Billitteri che invece il coraggio lo ha avuto e ha sparato con una pistola calibro 38 che ha detto di avere trovato dentro un cassonetto durante un turno di lavoro. La pistola era detenuta illegalmente e per questo Billitteri è stato anche denunciato. Il dipendente dell’azienda che si occupa dello smaltimento dei rifiuti a Palermo ha raccontato, durante l’interrogatorio, che D’Aleo insultava e derideva la sua famiglia e ha ricostruito i momenti precedenti l’omicidio. Billitteri, dopo aver sparato, è fuggito a bordo di una Ford Fiesta. I poliziotti hanno iniziato subito le ricerche, complicate dal nubifragio che si era abbattuto su Palermo e, prima hanno trovato l’auto, in via Verne e, dopo tre ore, l’uomo nascosto in un magazzino nel quartiere della Marinella.
Due famiglie distrutte dal dolore, due famiglie che piangono vittima e carnefice e uno striscione, stamattina, sulla cancellata di un cortiletto che testimonia la rabbia e la disperazione: “Mostro ai ucciso mio marito senza pietà”.