Dopo 8 anni di commissariamento europeo, la Grecia dice addio alla Troika e lunedì 20 agosto esce ufficialmente dall’ultimo piano di aiuti internazionali che, dopo la crisi, ne hanno evitato la bancarotta e l’uscita dall’euro. Da oggi, quindi, la Grecia volta pagina e potrà autofinanziarsi nei mercati, il debito però rimane al 180% del Pil.
In tre piani aiuto – nel 2010, nel 2012 e nel 2015 – la Grecia ha ottenuto prestiti per circa 289 miliardi di euro, in cambio di austerità e pesanti riforme. Dopo Portogallo, Irlanda, Spagna e Cipro, la Grecia era l’ultimo Paese membro dell’Eurozona a beneficiare di un programma di aiuti internazionali dopo la crisi.
Ora la Grecia dovrebbe “tornare ad essere un Paese normale“, così come aveva annunciato il premier Alexis Tsipras. La crisi che da circa nove anni affligge la Grecia, però, non è ancora stata debellata. Restano gravi problemi per il Paese, dalla disoccupazione – soprattutto quella giovanile – alla riduzione drastica di stipendi e salari, dalle difficoltà della sanità alla figa all’estero di circa mezzo milione di greci. “Resta molta strada da fare“, infatti, dice il governatore della Banca Centrale di Grecia, Yannis Stournaras.
Per incentivare i mercati a non abbandonare la Grecia – utili per vendere i bond e rifinanziare il debito – “non si deve tornare indietro” sugli impegni presi con i creditori durante i tre cicli di aiuti ricevuti, ha detto il governatore. Se ciò accadesse, continua, sarebbe molto pericoloso perché “se c’è una forte turbolenza internazionale, sia in Italia, sia in Turchia, o nell’economia globale, noi affronteremo difficoltà a rivolgerci ai mercati, dato che il coefficiente di sensibilità dei titoli di Stato greci resta alto”.
La Grecia oggi può voltare pagina, i numeri dell’economia fanno intravedere un barlume di speranza. Se finora la crescita del Pil non aveva superato il 2%, nel 2019, secondo dati Ocse, arriva al 2,3%. Anche la disoccupazione a il rapporto debito-Pil segnano una piccola ripresa per la Grecia, che in questi anni di commissariamento europeo ha vissuto una pesante austerità.
Dal 2009, infatti, la Grecia vive la sua “tragedia”. Il premier di allora, George Papandreu, dichiarò che i governi precedenti avevano falsato i bilanci e per il Paese iniziò l’era buia dell’economia. La svolta decisiva si ebbe con il referendum indetto nel luglio 2015 dall’attuale premier Alexis Tsipras, in cui si bocciarono le richieste della Troika europea in cambio di un nuovo giro di aiuti. Queste misuro, però, vennero poi accettate dalla Grecia, così da allora Tsipras ha gestito i memorandum, seppur perdendo qualche consenso. Il percorso per la totale ripresa economica della Grecia è ancora lungo, ma è già iniziato.