La spia del Parkinson potrebbe risiedere nella retina dell’occhio, sempre più assottigliata. Le persone con la patologia perdono gradualmente le cellule cerebrali che producono dopamina, una sostanza che aiuta a controllare il movimento.
La ricerca, condotta dal Seoul Metropolitan Government-Seoul National University Boramae Medical Center, in Corea del Sud, è stata pubblicata online su Neurology. Lo studio ha coinvolto 49 persone con un’età media di 69 anni a cui era stato diagnosticato il Parkinson in media due anni prima, ma che non avevano ancora iniziato i farmaci.
I ricercatori hanno valutato ciascun partecipante allo studio con un esame oculistico completo e scansioni oculari ad alta risoluzione che utilizzano onde luminose per scattare fotografie di ogni strato della retina.
Dagli esami è emerso che la retina si assottiglia, in particolare nei due strati interni dei cinque complessivi, in coloro che hanno il Parkinson.