Il gelato è il re indiscusso delle spiagge italiane. Secondo l’Igi – Istituto del Gelato Italiano – il gelato è l’alimento preferito dal 93% degli italiani, che spesso, in estate, ne fanno un vero e proprio pasto nelle pause dal lavoro. Una ricerca Doxa per l’Igi, inoltre, ha confermato che il formato preferito dagli italiani è il cono, mentre l’ultimo posto della classifica va al ghiacciolo.
Il 41% delle preferenze italiane, secondo la ricerca Doxa, va al cono, seguito da barattolino o vaschetta con il 22%, biscotto con il 13%, coppetta (12%), stecco (11%) e infine ghiacciolo con soltanto il 5%. Per la metà degli italiani, il gelato è un’ottima merenda, il 48% degli intervistati preferisce gustarlo in coppia e in famiglia e il 56% nel relax di casa propria.
Conservazione del gelato: il rispetto della catena del freddo
Per conservarlo al meglio anche in spiaggia, ecco alcuni consigli dall’Igi. “Il vantaggio del gelato – spiega il nutrizionista Michelangelo Giampietro, Presidente dell’istituto del Gelato Italiano -, in particolare quello industriale, è di essere facilmente trasportabile e igienicamente sicuro. Ecco perché, soprattutto in spiaggia, diventa una merenda ideale, a patto di rispettare poche semplici regole per conservarlo bene. Ghiaccioli, cornetti & co. non contengono conservanti, poiché il freddo rappresenta il conservante naturale per eccellenza, e di conseguenza risulta fondamentale il rigoroso rispetto della catena del freddo per mantenere le migliori qualità organolettiche del gelato.
“È buona norma – continua Giampietro – trasferire il prodotto in una borsa termica non appena acquistato al bar o al supermercato per evitare che subisca un eccessivo sbalzo termico. Una volta scartato il gelato, non dovremmo vedere uno strato di brina sulla superficie del prodotto, perché questo fa sospettare che il prodotto abbia subito sbalzi di temperatura durante il trasporto o all’interno del punto vendita nel banco freezer. Inoltre, eventuali fluttuazioni della temperatura potrebbero determinare perdite di volume o alterazioni della forma che però vanno distinte da rotture dovute semplicemente alla manipolazione del prodotto o da piccole imperfezioni di produzione. Fino a quando, però, la temperatura del gelato resta sotto lo zero, non vi è alcun pericolo per la salute”.
“Al supermercato e nei punti vendita per riconoscere un gelato confezionato ben conservato – conclude il presidente dell’Istituto del Gelato Italiano – occorre osservare il banco freezer del bar o del supermercato in cui stiamo acquistando: la temperatura deve essere adeguatamente bassa (solitamente – 18°C) e i prodotti non devono superare la linea rossa normalmente riportata sulle pareti del freezer. Un eccessivo riempimento dei freezer, infatti, non garantisce il mantenimento della temperatura in modo uniforme su tutti i prodotti contenuti”.