Dopo lo stop alla nomina di Marcello Foa a presidente della Rai, “la Lega prende atto che Forza Italia ha scelto il Pd per provare a fermare il cambiamento per la Rai, per il taglio dei vitalizi e per altro ancora – ha detto il vicepremier Matteo Salvini -. Dispiaciuti, continuiamo sulla via del cambiamento, sicuri che gli italiani e gli elettori del centrodestra, come dimostrano tutti i sondaggi, abbiano le idee chiare”.
Forza Italia lo ha detto più volte e lo ha ribadito a poche ore dalla riunione della Vigilanza Rai: voterà contro Marcello Foa. E così è stato. Rispettando l’indicazione data da Berlusconi, gli esponenti azzurri in commissione si sono astenuti. Adesso che Foa è stato bocciato, Fi si attende un altro nome dal ministro Tria, auspicando un metodo più adeguato. A San Macuto hanno votato 23 componenti della commissione: i voti favorevoli sono stati 22 (quindi sotto il previsto quorum di 27), una scheda bianca. Tredici i sì dal M5s (un membro M5s era assente), 7 della Lega e due di Fratelli d’Italia. Non hanno infatti partecipato al voto Pd, LeU e Forza Italia, tranne il presidente Barachini.
“È stato appurato che l’eventuale riproposizione dello stesso nome nella commissione di Vigilanza presenta, secondo il parere di autorevoli professionisti, problemi giuridici non superabili. Non potrà quindi essere votata dai componenti di Fi”. Lo ha affermato Silvio Berlusconi in riferimento alla possibile riproposizione del nome di Marcello Foa come presidente della Rai.
“Va eletto un presidente della Rai. Se ci sarà un’intesa tra le forze politiche su Foa, è auspicabile che torni la sua candidatura, altrimenti chi siede in commissione potrà trovare un’alternativa”, ha detto il vicepremier Luigi Di Maio, precisando che “il governo non può ignorare la commissione di Vigilanza Rai“. Intanto il Cda della Rai ha preso atto del voto della Vigilanza e ha aggiornato la discussione a giovedì.
Matteo Renzi, parlando a Enews, interviene sulla vicenda della nomina di Foa a presidente della Rai. “La nuova legge sulla RAI attribuisce molti poteri al Direttore Generale. Viene coinvolto per la prima volta un consigliere eletto dai lavoratori. Si individua nel Presidente la figura di garanzia per la quale occorre il consenso anche di parte dell’opposizione (due terzi) – spiega – . Lega e Cinque Stelle dissero che questa riforma era assurda perché dava poco potere all’opposizione. E oggi, con invidiabile coerenza, siccome sono maggioranza provano a prendersi anche il Presidente, da soli. Vanno in Parlamento, perdono, vengono bocciati. E cosa fanno? Anziché scusarsi e cambiare nome vanno avanti lo stesso. Umiliano Camera e Senato: è vero che Casaleggio ha detto che tra qualche anno il Parlamento potrebbe essere inutile. Ma finché c’è, bisognerebbe rispettarne i voti. Il Governo della Legalità non rispetta le leggi dello Stato. Il Governo dell’Onestà non rispetta le sentenze della Cassazione. Meno male non si sono definiti il governo della pace”.
Foa ha ricevuto il via libera dal Cda e, per poter ufficializzare la sua nomina, l’a.d. del Corriere del Ticino aveva bisogno del consenso di 27 componenti della commissione di Vigilanza. I voti a suo favore si fermano a 21: 14 del M5s, 7 della Lega e i due di Fratelli d’Italia. Per ottenere il via libera ne mancano 4 ma Pd, LeU e FI rispettano quanto detto alla vigilia.
Dopo il voto, Foa prende atto “con rispetto della decisione della Vigilanza Rai” e precisa: “Come noto, non ho chiesto alcun incarico nel consiglio che mi è stato proposto dall’azionista. Non posso pertanto che mettermi a sua disposizione invitandolo a indicarmi quali siano i passi più opportuni da intraprendere nell’interesse della Rai”.
Silvio Berlusconi aveva preannunciato il no a Foa e al Mattino spiega: “Mi aspettavo un comportamento normale nei rapporti tra alleati, o se preferisce un corretto rapporto maggioranza-opposizione. Il servizio pubblico non appartiene alla maggioranza o al governo, appartiene a tutti. Mi dispiace, ma non possiamo accettare questa forzatura”.
“Siamo dispiaciuti per l’asse Pd-Fi, che cerca di fermare il cambiamento, sia del Paese che della Rai – scrivono in una nota congiunta il capogruppo della Lega alla Camera Riccardo Molinari e il capogruppo al Senato Massimiliano Romeo -. Dal Pd non ci aspettiamo nulla, Con Fi invece siamo pronti a confrontarci perché sicuri che anche la Rai abbia bisogno di aria nuova, cambiamento, qualità e meritocrazia. Siamo convinti che i fraintendimenti di questi giorni sul metodo, più che sul merito, possano essere superati perché le qualità di Foa sono universalmente riconosciute e apprezzate”.
Matteo Salvini ha fatto sapere agli azzurri di non aver nessuna intenzione di cedere su Foa, mentre Giorgia Meloni ha confermato il sì di Fdi al presidente scelto dalla maggioranza di governo giallo-verde. Con un timido rilancio fatto lunedì sul consigliere Giampaolo Rossi per provare a coinvolgere gli azzurri. Iniziativa quest’ultima, che non è piaciuta a Berlusconi.