Il giallo sui tre italiani scomparsi (Raffaele e Antonio Russo e Vincenzo Cimmino) nel Messico occidentale a fine gennaio potrebbe essere alla fine. Le autorità locali, infatti, hanno arrestato un uomo. Si tratta di un presunto narcotrafficante che avrebbe pagato la polizia municipale della città di Tecalitlan affinché consegnasse i tre ambulanti napoletani al cartello di Jalisco. Lo riferisce l’ufficio del procuratore generale messicano. Potrebbe essere dunque il mandante del loro sequestro.
Tre italiani rapiti, un arresto
Per l’avvocato Claudio Falleti che segue le famiglie dei tre napoletani scomparsi – Raffaele Russo, il figlio Antonio Russo e suo nipote Vincenzo Cimmino – si tratta di “un arresto eccellente e potrebbe presto rivelare informazioni sensibili” sulla loro sorte. A sei mesi dalla sparizione, la svolta arriva dalla procura federale del Messico che ha coordinato le indagini (estese agli Stati confinanti con quello di Jalisco) insieme alla polizia, mettendo in piedi un gruppo investigativo speciale.
Il rapimento dei tre italiani
I tre italiani erano andati nel paese americano con l’obiettivo di vendere dei generatori elettrici. Le loro ultime tracce risalgono al 31 gennaio e si fermano a Tecalitlan, paese di Jalisco, zona nota per i sequestri lampo, soprattutto di stranieri, da parte di bande vicine ai narcos che li rapiscono in cambio di soldi.