Dopo i cani addestrati in aiuto dei bagnini, ma soprattutto dei bagnanti, arrivano i droni. Capaci di trasportare salvagenti e canottini, i droni-bagnino rappresentano la nuova frontiera tecnologica in spiaggia.
Una novità incentivata anche dalla Capitaneria di Porto che ne ha auspicato l’adozione da parte dei Comuni costieri e degli stabilimenti balneari. Dopo le prime sperimentazioni, infatti, l’uso dei droni per il soccorso in mare è stato ritenuto sicuro e si sta diffondendo molto rapidamente.
Al momento i droni-bagnino sono di medie dimensioni e possono trasportare uno o più salvagenti. Si stanno però studiato dispositivi più grandi capaci di lanciare anche grossi gommoni gonfiabili utilizzabili in caso di naufragio. Le aspettative sono quelle di dotare il drone di una funzione che possa permettergli di per prelevare una persona dal mare o da una nave e portarla in volo sulla terraferma.
Tra gli altri progetti anche quello del drone-scialuppa, piccole imbarcazioni senza equipaggio progettate per il soccorso anche con il mare agitato. Ma ve ne sono tantissimi in cantiere sia in Italia che in tutto il mondo: dalla boa galleggiante radiocomandata e dotata di un sistema di propulsione a getto, capace di portare in salvo otto persone, fino al natante delle dimensioni di una motovedetta utilizzabile per la ricerca ed il soccorso di naufraghi, ma anche in altre missioni come la sicurezza marittima, il controllo delle coste e il monitoraggio dell’inquinamento delle acque.
Queste e tante altre novità verranno presentate al “Sea Drone Tech Summit 2018” di Gallipoli il prossimo novembre.