La guardia di finanza ha eseguito 24 arresti a Palermo, nell’ambito di una inchiesta sulle cosche mafiose, coordinata dalla Dda del capoluogo. È stato posto il divieto di dimora per 19 indagati mentre 4 sono agli arresti domiciliari, tra questi anche un noto penalista palermitano, Nico Riccobene.
Dalle indagini – coordinate dal procuratore Francesco Lo Voi, dall’aggiunto Salvatore De Luca e dai pm Roberto Tartaglia, Amelia Luise, Annamaria Picozzi e Siro De Flammineis – è venuto fuori il ruolo di Giuseppe Corona, boss emergente nei nuovi assetti di Cosa nostra, rimasta orfana di un capo dopo Salvatore Riina, uomo capace di riciclare fiumi di denaro. Secondo gli investigatori, in questa fase di riassetto dei “vertici” mafiosi, era proprio Corona a gestire gli investimenti in negozi, bar e tabaccherie per conto delle famiglie mafiose con la complicità di insospettabili prestanome.
L’avvocato Riccobene, noto penalista del Palermitano, è stato già indagato in passato per aver gestito il tesoro dei costruttori boss Graziano. Il nucleo di Polizia valutaria della Guardia di finanza sta ancora eseguendo decine di perquisizioni e sequestri di società e immobili per diversi milioni di euro.