Sale la tensione all’interno del governo italiano, dopo la vicenda della Vos Thalassa che ieri ha soccorso in mare 58 uomini, 3 donne e 6 minori su un barchino che stava affondando al largo di Zewarah. I migranti sono poi stati trasbordati sulla nave Diciotti della Guardia costiera italiana quando era già sul punto di intervenire la Guardia costiera libica e il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, ha negato l’approdo in Italia.
La nave Diciotti, su impulso del Viminale, ha avuto il permesso di approdare nel porto di Trapani solo nelle ultime ore. A bordo della nave sono presenti uomini della capitaneria di Porto e della polizia. Nella prefettura trapanese si è svolta una riunione del comitato per la sicurezza per definire le modalità di sbarco dei migranti.
“Le minacce sul fronte Sud per quanto riguarda il terrorismo sono molto significative”, ha detto il premier Giuseppe Conte al suo arrivo al vertice Nato a Bruxelles, che ha anche sottolineato l’importanza del rafforzamento dell’hub Nato di Napoli. “Dalla stessa immigrazione – ha continuato il premier – potrebbero arrivare rischi e pericoli di foreign fighter“. “L’incontro con Salvini” di stamattina “è andato molto bene – ha precisato -, ci siamo aggiornati. A breve assumeremo iniziative italiane per dare continuità alle conclusioni del vertice Ue di giugno”.
“Con Conte c’è una linea comune – ha detto Matteo Salvini al termine dell’incontro con il premier -: rafforzare la sicurezza dei cittadini italiani, ponendo al centro del dibattito europeo il fatto che non possiamo essere lasciati soli”. Sulla linea di chiusura mantiene mano ferma. “Se su quella nave c’è gente che ha minacciato ed aggredito non saranno persone che finiranno in albergo ma in galera – ha continuato il ministro dell’Interno – : quindi non darò autorizzazione allo sbarco fino a che non avrò garanzia che delinquenti, perché non sono profughi, che hanno dirottato una nave con violenza, finiscano per qualche tempo in galera e poi riportati nel loro paese”. In merito ai tempi, ha aggiunto: “conto di andare a Innsbruck questa sera avendo risolto il problema”
Secondo il padrone di casa del Viminale, la linea adottata per la gestione dei migranti ha portato buoni frutti. “Grazie al lavoro fatto, da quando sono ministro, ci sono dati buoni sugli sbarchi – ha spiegato Matteo Salvini -: 21 mila in meno rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Ma non mi accontento, voglio fare ancora meglio“.
“Non è immaginabile che noi chiudiamo i porti ad una nave italiana – ha detto a Omnibus Luigi Di Maio -, ma condivido tutte le perplessità per quanto accade nel Mediterraneo”. Il vicepremier ha poi spiegato che “i porti non sono chiusi, lo sono alle Ong che non rispettano le regole”. E ancora: “Se si tratta di una nave italiana, che è intervenuta in una situazione che dovremmo chiarire, bisogna necessariamente farla sbarcare”.
La pensa allo stesso modo il ministro della Difesa, Elisabetta Trenta. “Il Mediterraneo è sempre stato un mare aperto – ha affermato – e continuerà ad esserlo. L’apertura è la sua ricchezza. La strada è regolamentare, non chiudere. La parola accoglienza è bella, la parola respingimenti è brutta. Poi accogliere si può declinare in mille maniere. E si può, anzi si deve, legare accoglienza a legalità”. In un’intervista ad Avvenire, il ministro Trenta ha poi lanciato un avvertimento a Salvini e a chi, al governo, appoggia la sua linea di chiusura. “L’Italia non si gira dall’altra parte – ha spiegato -. Non l’ha fatto e non lo farà. C’è il diritto di assicurare un asilo a chi fugge dalla guerra. E il diritto di arrivare e trovare un lavoro. Ho guardato cento volte le foto di migranti e ho pensato sempre una cosa: una famiglia che mette un figlio su un barcone sperando di regalargli la vita va solo aiutata”.
Occhi puntanti sulle Ong ma per Elisabetta Trenta non si può generalizzare.”Dico basta a una eccessiva demonizzazione che non mi convince e non mi piace – ha precisato il ministro della Difesa -. Ci sono una maggioranza di organizzazioni luminose. Poi c’è anche qualche mela marcia che sfrutta l’emergenza migranti per fare business. La sfida – lo ripeto – è coniugare accoglienza e rigore. E capire che a volte si agisce per il bene e non sempre si arriva al bene. Soprattutto se manca un’azione coordinata”.
Elisabetta Trenta parla poi degli F35. “Una eredità complicata – ha detto – e io, con grande onestà, posso solo dirle che non sono così sicura che avrei fatto quella stessa scelta. Ora però abbiamo preso degli impegni e per cambiare linea serve riflessione e responsabilità. Bisogna valutare i pro e i contro. Bisogna pensare e solo dopo decidere”.
All’interno del governo italiano la tensione è alta, soprattutto tra Danilo Toninelli e Matteo Salvini. È stato proprio il ministro dei Trasporti ad inviare la nave della Guardia costiera italiana a recuperare 67 migranti dal rimorchiatore Vos Thalassa ma Matteo Salvini non ci sta e chiama immediatamente Toninelli, il premier Giuseppe Conte e Luigi Di Maio per chiarimenti su quello che ha definito come un “problema politico”. “Ha anticipato l’intervento della guardia costiera libica che era già stata allertata”. E “la guardia costiera italiana non può sostituirsi a quella libica, soprattutto se i colleghi africani sono già entrati in azione”, ha detto Salvini, che non ha indicato poi un porto di sbarco per migranti.
Sembra che nonostante la presenza della Guardia costiera libica, le persone a bordo non avessero alcuna intenzione di tornare in Libia, al punto da minacciare l’equipaggio, il quale, a sua volta, ha chiesto aiuto alla Centrale operativa della Guardia costiera, che ha inviato la Diciotti. “Orgoglioso dell’intervento” in ministro Toninelli, perché i migranti “stavano mettendo in pericolo di vita l’equipaggio”. Ha poi annunciato punizioni per le teste calde, un ghanese e un sudanese: “ne risponderanno, senza sconti, di fronte alla giustizia”.
La Diciotti, che continua a navigare verso nord, approderà in Italia forse già oggi. Dalle tensione emerge come la linea da seguire per i migranti crei ancora delle spaccature all’interno del governo italiano, tra la strategia degli “sbarchi zero” di Salvini e la proposta di apertura del M5S.
È previsto per oggi un incontro tra Giuseppe Conte e Matteo Salvini, alla vigilia del vertice informale dei ministri dell’Interno Ue in programma giovedì in Austria. Se il vertice del pomeriggio a Palazzo Chigi con Conte, Toninelli, Trenta e Moavero, ma in assenza del titolare del Viminale, aveva fatto pensare che le acque si stessero calmando, la mancanza di indicazione di un porto ha confermato il contrario. “Tutto chiarito con Salvini”, diceva Toninelli, prevedendo lo sbarco della Diciotti in 10-15 ore, sbarco che poi non è avvenuto.
Matteo Salvini volerà ad Innsbruck dove incontrerà il collega tedesco Horst Seehofer prima della riunione dei ministri dell’Interno europei di giovedì. Le priorità saranno contenute in un documento cui i tecnici del Viminale stanno lavorando e che oggi sarà condiviso da Conte. In questi incontri, il ministro dell’Interno vorrebbe ottenere più aiuti dall’Europa alla Libia, un maggiore impegno in mare dei 27 ed un aumento dei ricollocamenti.