“Mi dicono tu vuoi uscire dall’euro? Badate che potremmo trovarci in situazioni in cui sono altri a decidere. La mia posizione è di essere pronti a ogni evenienza”. Il ministro per gli Affari europei, Paolo Savona, torna all’antico paventando nuovamente il rischio di una ‘Italexit‘: “Una delle mie case, Banca d’Italia, mi ha insegnato a essere pronti non ad affrontare la normalità ma il cigno nero, lo choc straordinario”.
Savona però puntualizza: “Ritengo di avere uno spirito europeo e non europeista“, dice citando Dahrendorf quando scrisse, dopo la caduta del muro di Berlino, il libro ‘1989, Suggerimenti a un amico polacco‘, per mettere in guardia “contro tutti i sistemi che finiscono in ‘ismo’: Comunismo, socialismo, capitalismo e anche l’europeismo che è diventato un’ideologia”.
“Mi sento cittadino europeo – continua Savona – e dobbiamo fare di tutto per cercare di mettere all’ordine del giorno il discorso della cittadinanza europea che fa parte del contratto di governo. Non sono un sovranista, sono un trattativista“, ha aggiunto spiegando che significa “trattare” con diverse istituzioni e sui vari punti.
Quindi l’appuntamento: “Mi recherò da Draghi appena terminato questo incontro. Prima volevo che la mia azione godesse della legittimazione democratica. Io ero stato delegittimato dai media e non mi sono mosso fino a questo momento per questi precisi motivi”.