La vicenda del sequestro dei fondi della Lega Nord, su decisione della Cassazione, ha sollevato un polverone. Se da un lato Matteo Salvini è contrario ai sequestri a tappeto e il suo partito lo ritiene un “attacco alla democrazia”, tanto da richiedere un incontro con il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, dall’altro il procuratore di Genova, Francesco Cozzi, rassicura che si tratti soltanto di un provvedimento tecnico.
“Tutti devono potersi difendere fino all’ultimo grado di giudizio – ha detto all’Ansa il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, commentando la sentenza della Cassazione sui fondi della Lega -. Poi, però, le sentenze vanno rispettate, senza evocare scenari che sembrano appartenere più alla Seconda Repubblica”.
“Non esiste, 49 milioni è una cifra paurosa. Rispetto la sentenza, ma c’è un tema di esercizio della democrazia: se tutto fosse applicato alla lettera, stiamo parlando della chiusura di un partito“. Sono queste le parole del governatore del Veneto, Luca Zaia, a commento della sentenza della Cassazione sui fondi della Lega.
“Non vorrei che i cittadini pensassero che i partiti navigano nell’oro – ha continuato Zaia a margine della plenaria del Comitato Ue delle Regioni -, mentre questi si autofinanziano: paghiamo le tessere e facciamo i versamenti. Il messaggio che ne esce è sbagliato”.
“Ricondurrei tutto a quelli che sono la verità e lo stato dell’arte su questa partita, che penso abbia avuto in ballo questioni contestabili, come la vicenda di Bossi e Belsito, ma mi fermerei lì – ha aggiunto il governatore del Veneto -. Pensare che da questo, per tutta un’architettura dell’accusa, si arrivi a una contabilità di 49 milioni di euro mal spesi o spariti la vedo molto dura”.
Dal Csm nessuna risposta alle critiche della Lega alla sentenza della Cassazione sui fondi del partito da sequestrare fino a raggiungere i 49 milioni di euro. A Palazzo dei Marescialli, però, si è tenuto un confronto al termine del Plenum e sembra che sia emersa una “seria preoccupazione” per le parole e i toni utilizzati e ritenuti “non accettabili”.
Matteo Salvini e la Lega, ritengono che la decisione della Cassazione sia un deliberato “processo politico” per indebolire il partito più forte d’Italia. “Non si tratta di un processo politico. Come non lo sono i procedimenti fatti dalla procura di Genova per fatti che coinvolgevano esponenti di altri partiti. Qui è parte civile il parlamento italiano”. Nella serata di ieri, il procuratore di Genova Francesco Cozzi è tornato a parlare del sequestro dei fondi della Lega. “Si tratta solo di problemi tecnici, procedurali – ha detto -. Per questo ci siamo rivolti alla Cassazione, perché i nostri uffici seguono la vicenda esclusivamente sotto un profilo tecnico”.
“È fuori da qualsiasi parametro costituzionale il tentativo da parte della Lega di coinvolgere il Presidente Mattarella in una vicenda giudiziaria che la riguarda”, ha sottolineato l’ex presidente dell’Anm Eugenio Albamonte, attuale componente del ‘parlamentino’ delle toghe come esponente di Area, che rappresenta le correnti di sinistra della magistratura. “Sembra di tornare al passato – ha aggiunto – quando la fibrillazione tra politica e magistratura era all’ordine del giorno e non ha mai portato a nulla di buono”.