Secondo le stime dell’Inps nel Rapporto annuale, ad oggi il reddito di inclusione (Rei) toccherebbe, a regime, solo un milione e 462 mila persone, pari a 525 mila famiglie. In sostanza la misura raggiungerebbe il 29% dei 5 milioni dei poveri assoluti. Servono quindi altri 6,2 miliardi agli 1,8 miliardi previsti.
Significativi anche i dati diffusi sui lavoratori coinvolti nei lavori di “gig economy “. Si parla di “un intervallo da 589.040 a 753.248”, numeri diversi rispetto alla prima proiezione “in quanto si è applicata una più profonda pulizia dei dati”. L’Inps fa poi notare come nonostante “il dibattito pubblico sia incentrato sui rider questi rappresentino una parte limitata della gig economy, pari a poco più del 10%”.
Nel totale, comunque, i lavoratori dipendenti coinvolti in rapporti di lavoro a tempo determinato e di apprendistato tra il 2016 e il 2017 “sono aumentati significativamente, passando da 3,7 milioni a 4,6 milioni“, in crescita quindi di “quasi un milione” (+24%). Si registra invece un calo per gli occupati a tempo indeterminato: da 14,1 milioni a 13,8 milioni.
“Un innesco importante all’espansione dei rapporti a termine – spiega l’Istituto – è giunto dalla soppressione, a marzo 2017, della regolazione tramite voucher delle prestazioni di lavoro accessorio”. Nel complesso l’occupazione dipendente (non considerando il settore agricolo) risulta così in rialzo del 3,5% (da 17.774.866 a 18.391.228).
Infine il capitolo pensioni. Nel 2017 i pensionati Inps sotto i mille euro al mese sono pari a 5 milioni e 548 mila, il 35,9% del totale (15 milioni e 477 mila). Il dato risulta quindi in calo rispetto a quello presente nel Rapporto precedente (37,5%). Per le donne la percentuale si alza al 44,8% (3 milioni e 686 mila). Sono invece quasi 1 milione e 114 mila (il 7,2%) coloro che percepiscono più di 3 mila euro al mese.
“Il nostro sistema pensionistico è in grado di reggere alla sfida della longevità, almeno sin quando si manterrà l’adeguamento automatico dell’età pensionabile alla speranza di vita e la revisione dei coefficienti di trasformazione. Ma non ha al suo interno meccanismi correttivi che gli permettano di compensare un calo delle coorti in ingresso nel nostro mercato del lavoro”, spiega il presidente dell’Inps, Tito Boeri.
“‘Servono più immigrati per pagare le pensioni…cancellare la legge Fornero costa troppo…servono più immigrati per fare i tanti lavori che gli italiani non vogliono più fare…’. Il presidente dell’Inps continua a fare politica, ignorando la voglia di lavorare (e di fare figli) di tantissimi italiani. Dove vive, su Marte?”, replica piccato il vicepremier e ministro dell’interno Matteo Salvini.