“Il preconsiglio dei ministri è oggi. Ma anche il consiglio dei ministri è stasera perché non c’è solo il decreto dignità da discutere, ma anche altri temi“, ha affermato in conferenza stampa il ministro del Lavoro, Luigi di Maio, anticipando che il decreto conterrà “interventi sul contratto a tempo determinato e a tutele crescenti“. Il risposta ai giornalisti che chiedevano della convocazione del Consiglio dei ministri, Di Maio ha detto che avrebbe chiamato immediatamente palazzo Chigi per avere ulteriore conferma.
Secondo quanto appreso da fonti del governo, la bozza del decreto dignità, che sarà varano nelle prossime ore dal Consiglio dei ministri garantirà una maggiore tutela dei lavoratori con “importanti” disincentivi ai licenziamenti ingiusti tramite l’aumento del 50% dell’indennizzo che può arrivare anche a 36 mensilità e superamento del Jobs Act contrastando con “una guerra” i contratti precari.
Confermate le misure per contrastare il precariato, previste dal decreto dignità, tranne la cancellazione dello staff leasing. Nell’ultima bozza sembra essere saltata la misura che impediva contratti di somministrazione a tempo indeterminato, nel caso di somministrazione a tempo determinato, invece, valgono le stesse regole degli altri contratti a scadenza. Riassumendo, i contratti a tempo determinato non potranno avere più di quattro proroghe, con un limite di durata massima non superiore ai 36 mesi. Per il rinnovo e per i contratti di oltre 12 mesi, tornano le causali: temporanee e oggettive o per esigenze sostitutive; connesse a incrementi temporanei, significativi e non programmabili dell’attività ordinaria; per picchi e attività stagionali. A ogni rinnovo i contratti avranno un costo contributivo dello 0,5% in più rispetto all’1,4% che già è a carico del datore di lavoro e che finanzia la Naspi. Le nuove norme si applicano anche in caso di rinnovo di contratti già esistenti.
Punta sul decreto dignità il vicepremier Di Maio, “sarà un primo passo avanti” ha detto, “però io so benissimo che il nostro intervento non potrà prescindere dall’abbassamento del costo del lavoro” e “questo nella legge di bilancio ci sarà”. “Il nostro obiettivo – ha dichiarato Di Maio – è abbassare il costo del lavoro per permettere alle persone di avere contratti con più tutele possibile e questo obiettivo richiede anche che le imprese devono smettere di spendere costi per la burocrazie per avere più risorse”.
Rivista, nella bozza del decreto, la norma sulle delocalizzazioni, che prevede multe da 2 a 4 volte il beneficio ricevuto per le imprese che si spostano entro cinque anni – a fronte di una prima bozza che ne indicava dieci – dalla data di conclusione dell’iniziativa agevolata. La stretta riguarda sia chi si sposta in un paese extraeuropeo sia chi rimane nell’Ue. Inoltre il beneficio sarà restituito con gli interessi maggiorati fino al 5 %.
Una delle ultime bozze del decreto dignità, al vaglio dei tecnici del preconsiglio, prima di arrivare sul tavolo del governo e visionata dall’Ansa, prevede anche un pacche “light” per il fisco con qualche ritocco al redditometro, lo slittamento della scadenza dello spesometro al 28 febbraio anziché al 30 settembre e lo stop allo split payment soltanto per i professionisti.