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Fu accusato di trattenere gli incassi dei musei, assolto Mercadante

Il Tribunale di Civitavecchia ha assolto Gaetano Mercadante, l’ex amministratore pro tempore della concessionaria dei servizi ai visitatori presso i siti culturali regionali siciliani “Novamusa“. Sull’uomo pendeva l’accusa di essersi appropriato degli incassi delle biglietterie d’ingresso. 

Con sentenza del 19 gennaio 2018 del Tribunale di Civitavecchia – irrevocabile poiché né la Procura generale né la Regione Siciliana e il Comune di Taormina, parti civili, hanno ritenuto opportuno proporre appello – Gaetano Mercadante è stato assolto “perché il fatto non sussiste” dall’accusa di essersi appropriato della” quota degli incassi dei biglietti dei siti culturali regionali della Regione Siciliana e dei Comuni di Calatafimi, Castelvetrano, Marsala, Siracusa, Taormina“.

Sicilia, la vicenda “Novamusa” e l’assoluzione di Mercadante

Il procedimento penale è durato cinque anni durante i quali Gaetano Mercadante è stato assistito dagli avvocati Ettore Randazzo e Sergio Monaco prima, Grazia Volo e Valerio Spigarelli poi. Il Tribunale di Civitavecchia conferma quindi un orientamento già affermato nel 2009 dalle Sezioni Unite Civili della Cassazione, ritenendo errata la qualificazione in termini prettamente pubblicistici dell’obbligo di versamento degli incassi del servizio di biglietteria. In altri termini, Novamusa non avrebbe sottratto soldi pubblici dalle casse degli enti concessionari, ma la controversia verterebbe sulla esatta ripartizione dei corrispettivi in una logica privatistica e prevalentemente di natura contrattuale.

In questa prospettiva riemerge nel giusto rilievo il lodo arbitrale del 10 luglio 2013, appellato da Novamusa, che addirittura ripartiva le responsabilità relative alle “manchevolezze del mancato integrale svolgimento dei servizi”, “per i 2/3 a carico dell’Assessorato essendo, relativamente prevalente l’effettiva mancata consegna di una parte degli spazi, e per 1/3 a carico Novamusa”.

La tesi della Procura che scagiona Mercadante

La diversa interpretazione della vicenda si contrappone alle tesi sostenute dalla Procura della Corte dei conti per la Regione Siciliana, da cui sono scaturiti il processo penale e un altro di carattere contabile, sovrapponendosi ai contenziosi in sede amministrativa e civile con conseguenze tali da cancellare dal mercato il concessionario Novamusa e la figura del suo ex amministratore. Sui procedimenti della Corte dei conti pendono tuttora due ricorsi in Cassazione, da cui ci si attende definitiva chiarezza.

Redazione

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