Le persone segnalate per consumo di droghe sono cresciute circa del 40% negli ultimi due anni: dalle 27.718 del 2015 alle 38.613 del 2017. Si quadruplicano, rispetto al 2015, i numeri che riguardano i minori mentre in carcere circa un quarto dei detenuti è tossicodipendente. Lo si apprende dai dati pubblicato nel nono Libro Bianco sulle droghe, in occasione della Giornata internazionale contro il narcotraffico.
Secondo quanto riportato sul Libro Bianco, il 30% dei detenuti entra in carcere a causa della droga, ovvero 14.139 dei 48.144 ingressi in cella nel 2017. Lo studio, promosso dalla Società della Ragione Onlus, ha rivelato però che si tratta di “pesci piccoli”, mentre “i consorzi criminali restano fuori dai radar della repressione penale”.
Il numero dei detenuti tossicodipendenti presenti in carcere al 31 dicembre 2017 ammonta a 14.706 – su 57.608 – cioè il 25%. Dai dati emerge che queste persone hanno un rapporto “problematico” con sostanze stupefacenti. “L’attuale legge sulle droghe – spiega Marco Perduca, coordinatore della Campagna Legalizziamo.it dell’Associazione Coscioni – si conferma il volano delle politiche repressive e carcerarie. Secondo le nostre simulazioni, senza detenuti per art. 73, ovvero imputati per detenzione ai fini di spaccio, non si avrebbe l’attuale sovraffollamento”.