Una vera e propria maratona di tre ore, tantissimo per una partita al meglio dei tre set su erba. Tanto è stato necessario a Marin Cilic per superare Novak Djokovic nella finale dell’ATP 500 del Queen’s, storico torneo londinese antipasto di Wimbledon, con il punteggio di 5-7 7-6 (4) 6-3, per centrare il diciottesimo titolo della sua carriera.
Una finale dall’andamento piuttosto altalenante, in cui Cilic ha faticato dannatamente, soprattutto nei primi giochi, a trovare con continuità la prima di servizio, dovendo ricorrere spesso a grandi rischi sulla seconda per evitare di lasciare il campo a Nole per le sue classiche risposte vincenti con il rovescio. Dopo un primo set in cui ha ceduto il servizio nel decisivo dodicesimo gioco, però, il croato ha ritrovato il suo miglior rendimento in battuta, concedendo le briciole.
Nel tiebreak del secondo set, Djokovic si è trovato avanti di un minibreak, salvo poi sprecare la grande opportunità di chiudere il match e, nel terzo parziale, quando le energie, dopo una settimana di partite in giorni consecutivi, sono venute meno, la miglior condizione dell’allievo di Ivan Cinkus ha fatto la differenza, consentendo a Cilic di trovare il break che, difeso, è valso partita e torneo.